Mali, retroscena sulla liberazione di padre Maccalli, Chiacchio e Soumalia Cisse

di Enrico Casale

Padre Gigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono liberi. I due italiani sono stati liberati dopo due anni e mezzo di prigionia nelle mani del gruppo jihadista Jnim, legato ad al-Qaeda. Saranno in Italia nelle prossime ore.

La notizia è arrivata ieri, 8 ottobre, in tarda serata con una comunicazione del portavoce del presidente del Mali: «Gli ex ostaggi sono saliti a bordo del volo partito dalla città settentrionale di Tessalit e ora sono diretti a Bamako». Con i due italiani sono stati rilasciati altri due ostaggi, il politico maliano Soumaila Cisse, leader dell’opposizione, e l’operatrice umanitaria francese Sophie Petronin.

La liberazione scioglie il clima di tensione causato dalla decisione delle autorità maliane di liberare 180 militanti jihadisti che avevano di fatto alimentato le aspettative di un imminente scambio di prigionieri. Circa 70 uomini erano stati rilasciati sabato e altri 110 domenica. I gruppi estremisti nel Sahel hanno a lungo finanziato le loro organizzazioni attraverso rapimenti.

Si ritiene che il gruppo legato ad Al Qaeda, noto come Jnim, e i suoi associati detengano anche il medico australiano Ken Elliott, la suora colombiana Gloria Cecilia Narvaez Argoti, il cittadino sudafricano Christo Bothma, la svizzera Beatrice Stockly e il romeno Julian Ghergut.Italiani rapiti in Niger.

Maccalli, religioso della Società delle missioni africane (Sma), era stato sequestrato la sera del 17 settembre 2018 nella missione di Bomoanga, a circa 150 chilometri dalla capitale del Niger, Niamey. Chiacchio, invece, era stato rapito alcuni anni fa, probabilmente in Mali, mentre viaggiava come turista. Stava facendo il giro dell’Africa sub-sahariana con una bicicletta elettrica. Il 6 aprile il giornale Avvenire aveva diffuso un video di 24 secondi che sarebbe stato girato nel Nord del Mali pochi giorni prima: «Mi chiamo Pier Luigi Maccalli, di nazionalità italiana, oggi è il 24 marzo», si sente dire nel breve audio. Poi: «Mi chiamo Nicola Chiacchio». Era la prova che i due uomini erano ancora vivi.

Insieme a loro è stato liberato anche Soumaila Cisse, popolare politico maliano ed ex ministro delle Finanze negli Anni Novanta, era stato rapito da uomini armati durante una campagna elettorale nella regione settentrionale di Timbuktu a marzo. Spohie Petronin, che gestiva una ong che aiutava per bambini malnutriti e orfani, era stata rapita a Gao alla fine del 2016.

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