Libia – L’Italia invia truppe sul campo. A breve anche un ambasciatore

di Enrico Casale
militari italiani in libia

Non siamo ancora al “boots on the ground”, le truppe sul terreno. Per la prima volta però l’Italia ammette di aver inviato in Libia i corpi speciali: non con compiti di combattimento ma per “formare, addestrare” e supportare le milizie impegnate nella battaglia contro l’Isis. Quanto basta per far scattare le proteste di Forza Italia, Si e M5s: il governo ha nascosto la verità al Parlamento. Palazzo Chigi intanto accelera sulla riapertura dell’ambasciata a Tripoli e nomina Giuseppe Perrone a capo della sede diplomatica. Si tratta, viene illustrato, della risposta ‘politica’ del governo all’appello lanciato dal premier libico designato, Fayez al Sarraj, per un aiuto umanitario al Paese. Per quanto riguarda le forze speciali in campo, si tratta, secondo quanto hanno confermato all’ANSA diverse fonti istituzionali, di alcune decine di uomini dei corpi d’elite: gli incursori del Comsubin, del nono reggimento Col Moschin, del 17esimo stormo incursori dell’Aeronautica Militare e del Gis dei Carabinieri. I commando sono partiti diverse settimane fa per svolgere operazioni a Tripoli, Misurata e Bengasi. Ma non a Sirte. Una conferma in questo senso è arrivata anche dal generale Mohamed el Ghasri, ufficiale delle milizie impegnate nella roccaforte di Is. “Non ci sono forze speciali italiane presenti a Sirte. Siamo però favorevoli ad ogni tipo di aiuto da parte dell’Italia”. Ad autorizzare l’utilizzo delle forze speciali è stato direttamente palazzo Chigi. La normativa approvata lo scorso novembre dal Parlamento consente infatti al premier di schierare i corpi speciali a supporto delle operazioni d’intelligence all’estero. In questo caso i militari non dipendono dalla Difesa né dalla coalizione internazionale che sostiene il governo libico ma rispondono direttamente alla catena di comando degli 007 e godono, per tutta la durata dell’operazione, delle stesse garanzie riconosciute agli appartenenti ai servizi segreti. Possono, ad esempio, opporre il segreto di Stato davanti alla richiesta di un giudice oppure compiere alcuni reati. La legge prevede inoltre che palazzo Chigi, entro 30 giorni dalla chiusura dell’operazione, comunichi al Copasir modalità e tempistica dell’utilizzo dei corpi speciali: il documento, classificato top secret, è stato inviato nei giorni scorsi al Comitato e, dunque, le operazioni svolte dai nostri commando dovrebbero risalire al mese scorso.
(11/08/2016 Fonte: Ansa)

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