Libia, le vittime degli scontri salgono a 600

di Enrico Casale
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Salgono a 600 i morti in Libia dall’inizio degli scontri ad aprile: tra le vittime si registrano a oggi 140 bambini, 150 donne e 25 medici e infermieri. È il bilancio aggiornato dal presidente dell’Associazione medici di origini straniere in Italia (Amsi) Foad Aodi, in costante contatto con i medici libici nelle zone degli scontri. I feriti, riferiscono i medici libici, raggiungono i 3500, di cui 450 in gravi condizioni. Ad oggi, rende noto Aodi, sono state trovate 6 fosse comuni. Sono inoltre state colpite anche 8 ambulanze.

Nella zona di Ben Kosci, riferiscono i medici, «sono stati ritrovati i cadaveri di quattro persone della stessa famiglia: una madre e 3 figli di cui un neonato». I medici libici, riferisce Aodi, «denunciano anche la scomparsa di 200 ragazze dall’inizio del conflitto». Gli sfollati, afferma, «sarebbero a oggi oltre 75mila, in maggioranza donne e bambini, e ieri 100 famiglie hanno lasciato Tripoli verso Sirte».

Nel frattempo, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha chiesto a tutti i Paesi di mettere in atto un embargo sulle armi nei confronti della Libia, sottolineando come prevenire la proliferazione delle armi sia importante per ridimensionare il conflitto in corso e per ristabilire la stabilità nel Paese. Guterres ha espresso «profonda preoccupazione» per l’arrivo di armi anche dal mare, rimarcando che l’Ue ha esteso il mandato della missione navale ma ha, di fatto, ridotto la sua presenza nell’area.

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