Libia, le sfide che attendono il nuovo inviato Onu

di claudia
Abdoulaye Bathily

Ha appena assunto le sue funzioni di nuovo inviato speciale dell’Onu in Libia il senegalese Abdoulaye Bathily, per il quale inizia ora una partita difficile. In effetti, la stampa locale osserva che il nuovo emissario delle Nazioni Unite “arriva quasi in territorio vergine”, sottolineando che dovrà riprendere il dossier libico praticamente dall’inizio, a un anno e mezzo dalle dimissioni del suo predecessore Jan Kubis, poco prima che le elezioni programmate fossero annullate. Da allora, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è dato da fare per trovare un sostituto consensuale a Kubiš.

Gli esperti prevedono una partenza complicata per Bathily, in quanto tutte le iniziative della comunità internazionale, e in particolare delle Nazioni Unite, non hanno portato ad alcun miglioramento della situazione sul terreno. L’iniziativa di Berlino, avvenuta nel 2020, aveva consentito di stabilire una tabella di marcia che non è mai stata mantenuta. Inoltre il rinvio delle elezioni e la confusione che regnava durante il deposito delle candidature hanno provocato un notevole ritorno delle tensioni nel Paese. Una tensione tanto più palpabile dopo la nomina di un presidente del Consiglio mentre il precedente capo del governo non vuole rinunciare al suo incarico. 

A Tripoli si sono verificate violenze che fanno temere un’imminente guerra civile in Libia, mentre la comunità internazionale sembra più impegnata a occuparsi del petrolio libico e a denunciare l’accordo sulla prospezione di idrocarburi tra il governo di unità nazionale di Tripoli e la Turchia che a lavorare per la pace, come deplora gran parte della stampa locale.

Di conseguenza, il senegalese si trova di fronte a una situazione politica e di sicurezza instabile, anche se viene ritenuta positiva la sua decisione di stabilirsi direttamente a Tripoli. Dovrà però superare un primo ostacolo: quello della sua legittimità. Nominato ad agosto dal segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, Abdoulaye Bathily aveva visto rifiutare la sua candidatura da Tripoli. 

Tuttavia, un vantaggio ce l’ha: è il primo africano a ricoprire questa posizione. Un messaggio importante per la Libia. Tanto più che il senegalese è sostenuto anche dall’Unione Africana (Ua), presieduta proprio dal capo di Stato del Senegal Macky Sall, e dal congolese Denis Sassou Nguesso, presidente del Comitato di Alto Livello dell’Ua sulla Libia. 

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