Libia, il governo blocca la sospensione della ministra degli Esteri Najla al-Mangoush

di claudia

Il governo libico ha respinto la decisione del Consiglio presidenziale di sospendere la ministra degli Esteri Najla al-Mangoush. Il Consiglio dei ministri ha affermato con una nota, pubblicata sui suoi canali social, che la decisione non è di competenza del Consiglio presidenziale.

“Secondo i risultati del Forum di dialogo politico libico tenutosi a Ginevra, il Consiglio presidenziale ha poteri limitati, non ha alcun diritto legale di nominare o revocare membri dell’esecutivo, e questo diritto spetta esclusivamente al primo ministro del governo di unità nazionale”, ha detto.

Il governo ha inoltre affermato che il ministero degli Esteri “ha mostrato un grande successo in ambito internazionale organizzando la Conferenza di stabilità libica e adottando una politica di comunicazione positiva nei confronti dei paesi amici e fratelli in modo da contribuire alla stabilità della Libia”. Sottolineando che gli sforzi del ministero dovrebbero essere sostenuti da tutti i funzionari e i partiti, la dichiarazione afferma che il governo di unità nazionale ha incaricato Mangoush di continuare nel suo ruolo e ha ribadito “il suo apprezzamento per i suoi sforzi patriottici nell’adempimento del suo dovere come richiesto”.

Il Consiglio presidenziale della Libia aveva sospeso Mangoush sabato, citando “violazioni amministrative”. Mangoush avrebbe agito unilateralmente su questioni di politica estera, senza coordinamento con il consiglio, secondo un decreto del Consiglio presidenziale.

Queste schermaglie arrivano un mese e mezzo prima delle elezioni previste in Libia per dicembre e pochi giorni prima di una conferenza internazionale che si terrà a Parigi il 12 novembre per dare l’ultimo impulso al processo elettorale del Paese. Al summit presenzierà anche la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, insieme al presidente francese Emmanuel Macron e ad altri leader mondiali.

L’esperto libico Emadeddin Badi in un’intervista ad Al Jazeera ha collegato la sospensione di Mangoush ai commenti che ha fatto sull’attentato di Lockerbie del 1988 in un intervento alla Bbc questa settimana.

Badi ha sostenuto che Mangoush aveva “accennato a una potenziale estradizione” verso gli Usa di Abu Agila Mohammed Masud, l’uomo accusato per l’attentato all’aereo, dicendo che nel suo caso “stanno arrivando risultati positivi”. Gli Stati Uniti sostengono che Masud, un ex membro dei servizi segreti libici, abbia assemblato e programmato la bomba che ha fatto esplodere il volo Pan Am 103 sulla città scozzese di Lockerbie nel 1988, uccidendo 270 persone. Mangoush successivamente ha negato di avere aperto all’estradizione.

Nella decisione della sospensione di potrebbero avere pesato anche le tensioni tra i politici libici e le istituzioni per le elezioni. 

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