La violenza dimenticata del Centrafrica

di Enrico Casale
centrafrica

Sono ripresi con forza gli scontri in Centrafrica. Gli anti-Balaka, milizie a maggioranza cristiana, hanno lanciato diversi attacchi nella città diamantifera di Bangassou. Negli scontri è morto un casco blu marocchino e sono rimaste ferite numerose persone.

Secondo una ricostruzione delle stesse Nazioni unite, gli incidenti sono scoppiati quando i miliziani hanno attaccato i militari del contingente marocchino che stavano scortando le cisterne piene d’acqua che vengono riempiti nel fiume e permettono agli abitanti di rifornire le loro scorte idriche. Nell’attacco sono rimasti feriti tre caschi blu. Ma l’azione non si è fermata.

Gli anti-Balaka hanno lanciato un attacco alla cattedrale della città che ospita centinaia di musulmani. Si tratta di sfollati che si sono rifugiati nella chiesa a maggio per fuggire dalle violenze che hanno sconvolto la città facendo più di cento vittime.

Come altri 500mila sfollati nel Paese, gran parte di quelli che si trovano all’interno della cattedrale non ha nessun posto nel quale tornare. Le loro case sono state distrutte e loro sono stati costretti a fuggire di fronte alla violenza.

Migliaia di persone sono morte nel conflitto etnico e religioso che è scoppiato quando i ribelli musulmani Seleka hanno destituito il presidente Francois Bozizé nel 2013. L’operazione dei miliziani musulmani ha scatenato la reazione cristiana che, in risposta, ha creato le milizie anti-Balaka dando vita a una guerra civile a basse intensità.

Secondo una portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli affari umanitari, gli incidenti di questo fine settimana hanno spinto 14 organizzazioni umanitarie a sospendere le proprie attività nella città, che si trova 700 km a Est di Bangui non lontana dal confine congolese,

Un rappresentante di Medici Senza Frontiere, organizzazione che gestisce l’ospedale locale, ha confermato nuove sparatorie domenica, ma ha smentito il ritiro da parte delle Ong.

Nel Paese, la violenza è aumentata a partire dallo scorso anno quanto la Francia, ex potenza coloniale, ha concluso la sua missione di mantenimento della pace nel Paese. Parigi, che negli anni ha dispiegato un contingente di almeno 2.000 soldati, ora mantiene solo una piccola forza a protezione delle sedi istituzionali. Neanche un accordo di pace firmato nella sede della Comunità di Sant’Egidio a Roma, è riuscito a riportare la pace nella martoriata nazione africana.

 

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