La maledizione dei farmaci contraffatti

di Valentina Milani
farmaci

Provengono soprattutto da Cina e India, ma anche da Turchia ed Emirati Arabi Uniti, e sono una vera maledizione per l’Africa: si tratta dei farmaci contraffatti, ossia quei medicinali adulterati o privi di principi attivi che hanno un devastante impatto sulla salute della popolazione e sull’economia di numerosi Paesi.

Da diverso tempo reperibili con facilità nei mercati locali, hanno ormai invaso anche le farmacie autorizzate che, spesso, sono ignare di quanto stanno acquistando ma altre volte ne sono, al contrario, decisamente consapevoli. A fare gola, in quest’ultimo caso, è il costo inferiore anche del 90% rispetto al prezzo dei veri medicinali.

Difficile è valutare l’effettiva circolazione dei farmaci contraffatti in Africa, ma in base a diverse stime si ritiene che almeno un medicinale su dieci sia alterato o falsificato, mentre 160.000 sarebbero ogni anno le vittime nel continente a causa della loro diffusione. L’Africa è infatti una delle zone più colpite: tra il 2013 e il 2017 ben il 42% di tutti i medicinali falsi segnalati all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dalle diverse autorità sanitarie nazionali proveniva proprio dalle nazioni africane.

Un traffico che avviene in tutto il mondo, ma che in Africa assume appunto proporzioni enormi, andando ad aggravare le problematiche già esistenti nel campo della reperibilità di farmaci “buoni”: anche nel caso non siano contraffatte, infatti, in alcune zone spesso le medicine sono scadute o inefficaci a causa delle cattive condizioni di conservazione o delle difficoltà di trasporto. A peggiorare il drammatico quadro vi è anche il largo uso inappropriato di tipologie e posologie di farmaci.

Una tendenza, quella di assumere farmaci in dosaggi e circostanze sbagliate, che dilaga quando sono in corso crisi sanitarie causate da malattie contagiose, come l’ebola o il coronavirus. In questi casi, infatti, le persone, spaventate e timorose di aver contratto l’infezione, assumono grandi quantità, per esempio, di paracetamolo per scongiurare la comparsa della febbre. Impressionante, per esempio, fu il numero di persone affette da intossicazione da paracetamolo in Liberia nel 2014, quando tutti dovevano convivere con la ferocia di ebola.

Nello specifico caso dei farmaci contraffatti, i numeri e i casi sono davvero inquietanti, come dimostrano alcuni esempi riportati dalla collega Giusy Baioni in un suo articolo per Internazionale: «nel 2015, nell’Africa subsahariana, 122mila bambini sotto i 5 anni sono morti a causa di antimalarici di cattiva qualità; nel marzo 2019, in Camerun è stato ritrovato un principio attivo per il diabete in un farmaco per l’ipertensione che aveva provocato crisi ipoglicemiche in diversi pazienti; nel giugno 2012, in Angola era stato sequestrato un container proveniente dalla Cina che trasportava 1,4 milioni di barattoli di false compresse antimalaria che non contenevano alcun principio attivo ed erano composte di fosfato di calcio, acidi grassi e colorante giallo. In Niger, poi, fra il 2017 e il 2019, si sono avute diverse epidemie di meningite che hanno provocato 358 morti. In circolazione, nemmeno a dirlo, lotti di falsi vaccini contro il meningococco: nel 2017 la polizia nigerina sequestrava 13 tonnellate di vaccini contraffatti provenienti dall’India e diretti a Niamey, capitale del Niger. Nel 2018, il ministero della sanità nigerino ordinava la chiusura di una dozzina di attività che vendevano trattamenti “dubbi o ammalorati” (in alcuni dei flaconi c’era solo acqua). Nel marzo 2019, quando il Niger lanciava una campagna di vaccinazione gratuita contro la meningite per immunizzare sei milioni di bambini, le autorità segnalavano alla popolazione la contemporanea circolazione di una versione contraffatta del vaccino antimeningococco».

I governi africani sono ben consapevoli del problema ma la precaria legislazione, i sistemi sanitari scadenti e la povertà diffusa facilitano enormemente la crescita di questo mercato letale che potrebbe essere frenato dalla nascita e dallo sviluppo di un’industria farmaceutica locale, capace di produrre medicinali di qualità e a prezzi abbordabili, all’interno di un quadro di controlli efficace e di una fattiva cooperazione regionale.

Nel frattempo, periodicamente, giunge la notizia di maxi sequestri di farmaci falsi portati avanti dalle diverse forze dell’ordine locali. Contemporaneamente, però, bisognerebbe lavorare sull’origine del problema.

(Valentina Giulia Milani)

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