Kagame: mi ricandiderò dopo un referendum costituzionale

di Enrico Casale
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kagame e i militari ruandesiPaul Kagame, il Presidente del Ruanda, deciderà se ricandidarsi solo dopo un referendum che si terrà entro il 18 dicembre. I ruandesi saranno chiamati ai seggi per approvare (o meno) la riforma costituzionale che consente al capo di Stato di correre per un terzo mandato. Lo ha annunciato ieri lo stesso Kagame allo stato maggiore del suo partito, il Rwanda Patriotic Front.

Kagame è stato eletto la prima volta nel 2003. Ex leader ribelle, ha gestito il potere in modo deciso, imponendo però una tregua di fatto tra la comunità tutsi (alla quale appartiene) e quella hutu dopo il genocidio del 1994. Gli osservatori internazionali non riescono a valutare quanto questa pace sociale sia o meno effettiva, cioè se sotto la cenere arda ancora il fuoco delle vendette etniche. Di fatto, però, l’assenza di conflitti, ha favorito una buona crescita economica e uno sviluppo del Paese.

Dal punto di vista internazionale, negli ultimi vent’anni, il Governo di Kigali ha sempre goduto dell’aperto sostegno degli Stati Uniti. Washington è uno dei principlai donatori del Paese e Kagame è sempre stato lodato per la sua azione. Di fronte all’annuncio di una sua ricandidatura, però, dagli Stati Uniti è arrivato un altolà chiedendo al Presidente africano di fare un passo indietro e porre termine alla sua esperienza politica nel 2017.

In tutta l’Africa è aperto il dibattito sui «Presidente a lungo corso». Formalmente quasi tutte le costituzioni africane vietano ai politici di ricandidarsi per un terzo mandato. Nei fatti, però, molti di essi forzano il dettato costituzionale e rimangono al potere. È capitato in Burundi con Pierre Nkurunziza. Probabilmente succederà anche in Congo con Denis Sassou Nguesso, nella Repubblica Democratica del Congo con Joseph Kabila e in Uganda con Yoweri Museveni. Per il momento solo in Burkina Faso la popolazione si è ribellata a una possibile ricandidatura di Blaise Compaoré e, non solo l’ha allontanato dal potere (costringendolo all’esilio), ma ha resistito anche a un tentativo di golpe, andando poi alle urne a fine novembre.

Adesso il rischio è che, anche in Ruanda, Kagame si ricandidi e, se lo facesse, potrebbe rimanere al potere a tempo indeterminato, senza più limiti. La parola adesso passa agli elettori. Saranno loro a dire se il leader tutsi potrà o meno ripresentarsi. Il Parlamento gli ha già dato via libera approvando la riforma costituzionale.

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