di Valentina Giulia Milani
Dopo oltre vent’anni di lavori, apre alle porte delle Piramidi di Giza il Grand Egyptian Museum, il più grande al mondo dedicato all’antichità. Oltre 100.000 reperti, tra cui i tesori di Tutankhamon, raccontano 7.000 anni di civiltà egiziana.
È stato inaugurato a Il Cairo, il Grand Egyptian Museum (Gem), un imponente complesso museale costruito nei pressi delle Piramidi di Giza e destinato a ospitare una delle collezioni di antichità più ricche al mondo. L’apertura, alla presenza di capi di Stato e di governo, segna la conclusione di un progetto durato oltre vent’anni.
“Abbiamo tutti sognato questo progetto, chiedendoci se si sarebbe davvero realizzato”, ha dichiarato il primo ministro Mostafa Madbouly durante una conferenza stampa, definendo il museo “un dono dell’Egitto al mondo intero, da un Paese la cui storia risale a più di 7.000 anni”.

Alla cerimonia, presieduta dal presidente Abdel Fattah al-Sisi, hanno partecipato – tra gli altri – il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, il primo ministro olandese Dick Schoof, l’ungherese Viktor Orbán, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, quello della Repubblica Democratica del Congo Félix Tshisekedi e i principi ereditari di Oman e Bahrein.
Il museo, progettato dallo studio irlandese Heneghan Peng Architects e finanziato in gran parte da prestiti giapponesi per un costo complessivo di oltre 1 miliardo di dollari, si estende su circa 120 acri, una superficie paragonabile a quella della Città del Vaticano.
Il Gem ospita oltre 100.000 reperti, tra cui l’intera collezione di tesori della tomba di Tutankhamon – dal celebre mascherone funerario al trono e al sarcofago del “faraone bambino” – e una colossale statua di Ramses II che accoglie i visitatori nell’atrio principale.

Secondo al-Sisi, con l’apertura del nuovo museo l’Egitto “scrive un nuovo capitolo nella storia di questa antica nazione, tra passato e futuro”. L’inaugurazione, accompagnata da spettacoli di luci, danze e musiche, mira anche a rilanciare il turismo, risorsa vitale per l’economia egiziana.
Il Gem rappresenta inoltre una risposta simbolica ai grandi musei occidentali che ospitano reperti egiziani. Come ha scritto Al-Ahram Weekly, “non è una replica del Louvre o del British Museum: è la risposta dell’Egitto a entrambi. Quei musei nacquero dall’impero; questo nasce dall’autenticità”.



