In Marocco l’hockey “nomade” si gioca sulle sabbie del deserto

di claudia
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Non solo hockey sul ghiaccio. In Marocco i nomadi si cimentano fin dalla notte dei tempi in questo sport, che qui si gioca sulla sabbia del deserto. Si tratta di un passatempo nato per intrattenersi nei momenti di pausa durante i lunghi viaggi nelle carovane. “Mokhacha”, così viene chiamato, si gioca con una palla realizzata con lana di cammello e i bastoncini fatti con il legno di palma. Patrimonio ancestrale, l’hockey su sabbia è stato tramandato di padre in figlio ed è fondamentale che non scompaia.

C’è uno sport tradizionale caro ai nomadi del Marocco che sopravvive da generazioni: parliamo dell’hockey su sabbia, sport che si gioca con una palla fatta di lana di cammello, la stessa utilizzata per le tende dei nomadi, e bastoni realizzati in legno di palma. Il gioco si basa sulle stesse regole e modalità di quello su ghiaccio. Tradizionalmente gli antenati hanno cominciato a giocarci come intrattenimento durante le pause nei lunghi viaggi con le carovane, riporta Afp. Le origini sono riscontrabili in Egitto e Grecia.

Di recente questo sport è stato protagonista dell’annuale Festival dei Nomadi. In questa occasione, oltre a danze e momenti musicali, c’è stata una partita – dimostrazione di cosa consista nel pratico questa disciplina ancestrale. I nomadi durante l’hockey su sabbia indossano un’ampia tunica di nome daraa e un turbante di stoffa, il cheche per proteggersi la testa e il viso dal sole del deserto. Le due squadre- riporta la medesima fonte – una in bianco e l’altra in blu sono composte da almeno sette giocatori, il contorno del campo è tracciato a mano sulla sabbia e l’arbitro nominato è conosciuto semplicemente come “lo sceicco”. Forme di hockey su sabbia si trovano anche in Etiopia, dove viene chiamato Genna, e in Tunisia, conosciuto con il nome di Oggaf e, insieme al Mokhacha marocchino hanno centinaia di anni, si legge sul sito del Hockey Museum della Gran Bretagna.

Purtroppo l’hockey su sabbia rischia oggi di fare la stessa fine di altre discipline tradizionali. Per evitare che “l’hockey nomade” sparisca del tutto, le associazioni locali che si occupano della difesa e della promozione di questi sport, si stanno attivando per organizzare delle competizioni e mantenerlo vivo.

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