I pangolini sono i mammiferi più trafficati al mondo

di claudia

di Valentina Milani

I pangolini sono i mammiferi più trafficati al mondo e l’Africa centrale sta emergendo come una zona calda della caccia e del contrabbando di questi animali. A puntare i riflettori sulla situazione è l’Istituto di studi sulla sicurezza (Iss) in un rapporto pubblicato nei giorni scorsi nel quale sottolinea che tutte e quattro le specie di pangolino del continente abitano le foreste dell’Africa centrale e sono classificate come minacciate o vulnerabili.

Le reti criminali internazionali organizzate, che in passato commerciavano principalmente con avorio di elefante africano, si stanno rivolgendo ai pangolini, viene messo in luce nel report che riferisce che un numero enorme di esemplari viene trafficato verso l’Asia, nonostante il divieto di commercio globale del 2017 per tutte le otto specie di pangolini e la legislazione nazionale dei Paesi dell’Africa centrale per la protezione e la gestione della fauna selvatica in pericolo.

La domanda transnazionale di prodotti a base di pangolino è alla base del continuo bracconaggio e del commercio illecito. La carne dell’animale è considerata una prelibatezza in Asia. Si ritiene che le sue squame abbiano proprietà magiche e curative che alimentano la domanda di medicina tradizionale in Africa e in Asia. La porosità delle frontiere, la debolezza delle forze dell’ordine e la corruzione sul lato dell’offerta favoriscono la crescita di questo crimine in Africa centrale.

Nel 2021, l’operazione Kuluna, condotta congiuntamente dai governi degli Stati Uniti e della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), ha sequestrato a Kinshasa 938 kg di avorio e 34 kg di scaglie di pangolino, per un valore di circa 3,5 milioni di dollari. I due cittadini stranieri arrestati per traffico di prodotti della fauna selvatica avrebbero pagato tangenti alle autorità di Kinshasa per spedire le merci.

Pangolino

Iss riferisce che un alto funzionario forestale della Repubblica del Congo ha dichiarato al progetto Enact che l’elefante e il pangolino sono le specie più bracconate nel Paese. La direzione forestale afferma che 20 tonnellate di scaglie di pangolino sono state sequestrate nella città portuale di Pointe-Noire nel 2018 e nove tonnellate nel 2020. I funzionari hanno spiegato che questi pangolini e le loro scaglie sono stati contrabbandati dal porto di Matadi nella Rdc. Tra i trafficanti arrestati negli anni figurano cittadini congolesi, maliani, libanesi e cinesi.

Secondo la Last Great Ape Organisation (Laga), i crimini contro la fauna selvatica in Camerun sono aumentati in intensità e sofisticazione dall’inizio degli anni 2000 e ora includono dimensioni di commercio illecito internazionale. La Laga è un organismo non governativo che si batte per l’applicazione della legge sulla fauna selvatica nel Paese. Il suo vicedirettore Tah Eric Kaba ha dichiarato all’Enact che i pangolini si stanno rapidamente estinguendo.

Secondo Iss cellule di bracconieri locali vengono formate per catturare i pangolini nei loro habitat naturali. I cartelli criminali e gli acquirenti di città come Yaoundé e Douala acquistano gli animali e i loro prodotti da queste cellule. I cartelli, che comprendono camerunensi e nigeriani, esportano i pangolini in Asia attraverso i principali nodi di transito come i porti di Douala (Camerun) e Lagos (Nigeria).

Il Camerun è anche emerso come un importante Paese di transito per i pangolini trafficati dalla Repubblica Centrafricana, riferisce la Laga. I trafficanti corrompono i funzionari di frontiera e doganali per assicurarsi il passaggio dei prodotti illegali della fauna selvatica e forniscono false dichiarazioni doganali.

I principali mercati di destinazione includono Cina, Thailandia, Malesia e Vietnam. Una rotta settentrionale attraverso il Ciad e il Sudan è utilizzata per il traffico di pangolini e altri animali a rischio di estinzione verso i mercati dei Paesi arabi.

I pangolini, conosciuti come i guardiani della foresta, proteggono gli ecosistemi locali dalla distruzione delle termiti. Le loro tane creano habitat riproduttivi e rifugi per altri animali. Ciononostante, secondo Kaba, i funzionari governativi percepiscono generalmente i reati contro la fauna selvatica come di basso livello, con conseguenti risposte insufficienti rispetto a reati come quelli finanziari nel settore pubblico.

“Stanziare più fondi per le indagini sui crimini della fauna selvatica e per il rafforzamento delle capacità è fondamentale per prevenire e contrastare i crimini della fauna selvatica”, si legge ne report. 

Condividi

Altre letture correlate: