Guinea Equatoriale: chiuse le frontiere, parte la caccia agli stranieri

di AFRICA

di Andrea Spinelli Barrile

Le autorità della Guinea Equatoriale, dopo aver deciso la chiusura delle frontiere terrestri a partire da lunedì, hanno avviato una vasta operazione di espulsione di cittadini stranieri in situazione irregolare presenti in Guinea Equatoriale.

Il console camerunese a Malabo, Toundi Richard, in una nota rivolta ai cittadini camerunesi presenti in Guinea Equatoriale ha detto che “conformemente alle direttive del governo” della Guinea Equatoriale, “le forze di sicurezza hanno avviato dal 20 ottobre vaste operazioni di controllo ed espulsione degli stranieri in situazione irregolare”. Nella giornata di martedì 52 camerunesi che hanno lasciato volontariamente Bata, città continentale della Guinea Equatoriale, e sono atterrati all’aeroporto internazionale di Douala nel primo pomeriggio, dove sono stati accolti dalle autorità cittadine.

“Abbiamo preferito tornare nel Paese piuttosto che vivere” la prova elettorale in Guinea: “Negli ultimi giorni, la polizia ha rintracciato gli stranieri: è sempre stato così e anche questa volta Malabo ci fa capire che è per via delle elezioni previste per il 20 novembre”, ha spiegato all’agenzia Anadolu Timbang Nestor, rimpatriato ieri in Camerun da Malabo. “Abbiamo lasciato lì tutti i nostri effetti personali. Sono venuto solo con i miei vestiti addosso. La polizia, che da allora ci segue, ha confiscato alcune delle nostre proprietà”, ha detto uno dei camerunesi rimpatriati.

Secondo una nota della Cancelleria camerunese a Malabo, Yaoundé ha preso accordi per il rimpatrio dei cittadini camerunesi dalla Guinea Equatoriale: “L’obiettivo primario è proteggere e guidare i camerunesi, nonostante un ambiente difficile”, ha sottolineato il console camerunese a Malabo .

Tuttavia, al di là del contesto elettorale, le autorità equatoguineane espellono regolarmente i cittadini stranieri, in particolare delle classi sociali più basse: operai, portuali, agricoltori. Già tra il 30 ottobre e l’inizio di dicembre del 2021, il governo di Malabo aveva lanciato una campagna contro i migranti e compiuto raid nelle principali città del Paese, come Malabo, Bata, Mongomo ed Ebibeyin. Un fatto che, mesi dopo, fu denunciato a livello internazionale da Amnesty international: “Membri delle forze di sicurezza hanno fermato per strada le persone che secondo loro avevano ‘caratteristiche facciali africane straniere’ e hanno chiesto di vedere i loro documenti d’identità. Coloro che non avevano i documenti con sé sono stati immediatamente arrestati e detenuti, spesso indipendentemente dal loro status di immigrato” ha denunciato l’Ong.

Secondo Amnesty International e altre organizzazioni locali, in totale “più di 500 persone, principalmente cittadini di Camerun, Nigeria, Senegal, Costa d’Avorio, Repubblica Centrafricana, Ciad e Mali, sono state arrestate in diverse città del Paese. Decine di loro hanno affermato di essere state picchiate e maltrattate durante l’arresto e la detenzione”.

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