Gran Bretagna – «Solo in Africa i tassi di fertilità non diminuiscono»

di Enrico Casale
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Secondo uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista «The Lancet», ad eccezione dell’Africa, i tassi di fertilità sono diminuiti significativamente in tutto il mondo. Nel 1950, le donne avevano una media di 4,7 bambini. Da allora, il tasso di fertilità si è quasi dimezzato e ora si attesta su 2,4 bambini per donna.

Ma ci sono enormi differenze tra le nazioni. Il tasso di fertilità in Niger è di 7,1 figli per donna mentre nel Regno Unito, come nella maggior parte dei paesi dell’Europa occidentale, è di 1,7 bambini per donna. Nella classifica dei dieci Paesi con i più alti tassi di fertilità, nove sono africani. In quasi la metà dei Paesi al mondo, specialmente in quelli più sviluppati, non ci sono abbastanza nascite per mantenere intatto il livello attuale della popolazione.

I ricercatori hanno affermato che ciò avrebbe conseguenze profonde perché stiamo andando incontro a società con «più nonni che nipoti».

Lo studio indica che i Paesi con tassi di fecondità bassi dovranno considerare come naturale l’aumento dell’immigrazione. Altrimenti, dovranno confrontarsi con l’invecchiamento e la riduzione delle popolazioni. L’altra soluzione sarebbe quella di istituire politiche a favore della natalità, ma spesso sono un fallimento.

Perché il tasso di fertilità diminuisce? Secondo «Tha Lancet» le ragioni principali sono tre: le donne hanno meno figli, mentre la mortalità infantile diminuisce;  il migliore accesso alla contraccezione; sempre più donne lavorano e sono educate.

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