Ebola, i vescovi: «Ricostruire la fiducia nella medicina»

di Enrico Casale
ebola

«Siamo esultanti per le meraviglie della scienza medica nel trovare un vaccino per curare questa malattia mortale, ma una cura non porta speranza se le popolazioni spaventate non hanno fiducia nelle squadre sanitarie che gestiscono il farmaco. Senza tale lavoro da parte delle comunità religiose, che hanno la fiducia della popolazione, centinaia se non migliaia di persone moriranno di ebola e la malattia potrebbe diffondersi senza controllo», ha affermato, in una dichiarazione rilanciata dall’Agenzia Fides, mons. Willy Ngumbi Ngenele, vescovo di Goma, nell’Est della Rd Congo, all’incontro dei leader religiosi sull’epidemia che ha colpito quest’area del Paese. Le autorità sanitarie della Rd Congo hanno annunciato l’intenzione di introdurre un secondo vaccino sperimentale contro l’ebola, a partire da metà ottobre.

I leader religiosi hanno espresso preoccupazione per il fatto che non sono state apprese le lezioni passate sull’epidemia di ebola in Sierra Leone e in Liberia. «Qui nella Rd Congo, le lezioni del passato stanno solo ora iniziando a essere realizzate. La Chiesa è stata lasciata in disparte all’inizio dell’epidemia di ebola nell’agosto dell’anno scorso. Non siamo stati consultati sin dall’inizio. Il risultato? Le squadre di risposta sono state attaccate, alcuni dei loro componenti sono stati addirittura uccisi e i centri di trattamento sono stati bruciati. Possiamo svolgere un ruolo essenziale come leader religiosi, nel contrastare la diffusione di questa terribile malattia», ha affermato mons. Ngumbi.

Secondo un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, dal 9 al 15 settembre sono stati segnalati 51 nuovi casi confermati, con ulteriori 26 decessi, nelle tre province della Rd Congo colpite dall’epidemia, mentre al 9 settembre il numero di casi aveva superato i 3000, con 2070 morti.

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