Da Tobruk l’allarme: lo Stato islamico si sta riposizionando in Libia

di Enrico Casale
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isisLa Libia potrebbe diventare il nuovo santuario dello Stato islamico. Sotto l’urto dell’offensiva di Francia, Iran, Russia e Stati Uniti, i vertici del movimento jihadista starebbero pensando di riposizionarsi nelle basi nel Nord dell’Africa. A lanciare l’allarme è Mohamed Dayri, il ministro degli Esteri del Governo libico di Tobruk. «Il mio Governo – ha dichiarato in un’intervista rilasciata al periodico “Jeune Afrique” – è venuto in possesso di informazioni secondo le quali i comandanti del Daesh chiedono alle reclute di dirigersi in Libia e non più in Siria che è diventata troppo pericolosa, soprattutto dopo l’intervento delle truppe di Mosca».

Attualmente, secondo il ministro, in Libia lo Stato islamico conterebbe già su una forza stimabile in 4-5mila uomini la maggior parte dei quali tunisini, sudanesi e yemeniti. La base principale è a Sirte, ma Daesh controllerebbe anche alcune zone nei pressi di Derna e di Bengasi. Si teme inoltre un’espansione verso le regioni meridionali del Paese. I miliziani sono molto attivi. Oltre a combattere l’esercito di Tobruk, sono autori di alcuni omicidi mirati di imam, ufficiali e funzionari dell’esercito di Tobruk.

La presenza dello Stato islamico è quindi molto rischiosa per la Libia, ma anche per l’Europa. Mohamed Dayri ricorda come, proprio in Libia, è stato segnalato un miliziano marocchino diretto verso l’Italia. Questo personaggio sarebbe tra gli organizzatori dell’attentato al museo del Bardo a Tunisi in marzo e di quello a Sousse in giugno.
«Come Governo – conclude il ministro – noi chiediamo che venga messa in campo una forza internazionale che lotti con determinazione contro Daesh in Siria e in Iraq, ma anche in Libia, perché temiamo che il nostro Paese possa cadere in mano al movimento jihadista mettendo in pericolo tutto il Nord Africa e l’Europa».

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