Ciad risparmiato dalle sanzioni dell’Unione Africana

di Valentina Milani

Il Ciad è stato risparmiato dalle sanzioni del Consiglio di pace e sicurezza dell’Unione africana, riunitosi in sessione straordinaria venerdì ad Addis Abeba, in Etiopia. I 15 membri hanno dovuto decidere in merito a un rapporto contro il potere transitorio presentato dal presidente della Commissione dell’organizzazione, Moussa Faki Mahamat, che ha chiesto di sanzionare le autorità ciadiane per “salvaguardare un minimo di credibilità” alla sua organizzazione e per essere “coerente” con altri Paesi africani che si trovano nella stessa situazione.

Ma nessun consenso è arrivato dopo oltre due ore di dibattito sulla questione: Moussa Faki non è stato seguito dagli Stati membri del Consiglio di pace e sicurezza (Cps) dell’Unione africana (Ua). Solo tre Paesi hanno appoggiato la richiesta di sanzioni contro il governo transitorio ciadiano. Il Sudafrica non ha preso posizione, mentre la stragrande maggioranza dei Paesi membri del Cps, 11 su 15, si sono espressi contro, secondo quanto riportato da Radio France Internationale (Rfi).

“È uno schiaffo in faccia, un fallimento personale per il presidente della Commissione, dal momento che, insolitamente, è venuto a presentare e difendere il suo rapporto di persona davanti al Cps, cosa che ha sorpreso più di un diplomatico”, ha detto una fonte citata da Rfi.

Il presidente della Commissione Ua era infatti favorevole alla sospensione del Ciad dagli organi dell’Ua. Moussa Faki critica anche la volontà della Comunità economica degli Stati dell’Africa centrale (Eccas) di aver nominato Félix Tshisekedi come facilitatore del processo di transizione in Ciad. Moussa Faki è inoltre contrario all’estensione della transizione (che doveva concludersi a ottobre dopo 18 mesi, Ndr) e all’autorizzazione per i membri del Consiglio militare di transizione di essere candidati alle future elezioni, elemento che va contro la volontà della comunità internazionale.

Faki parla di mancato rispetto di “un’esigenza di coerenza con la posizione costante dell’Unione Africana in merito agli altri quattro casi di incostituzionali cambi di governo attualmente in atto in Africa, ovvero Sudan, Mali, Guinea e Burkina Faso”.

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