Caso Regeni, processo per gli 007 egiziani

di Enrico Casale
Verità per giulio regeni

A cinque anni dall’uccisione di Giulio Regeni, i Pm di Roma sono pronti a mandare a processo gli 007 egiziani. Secondo i magistrati italiani, nonostante le reticenze da parte dell’Egitto, gli inquirenti hanno in mano prove univoche e concordanti. E proprio venerdì il premier Conte ha chiamato il presidente al-Sisi, ufficialmente per parlare di questioni economico-militari, ma fonti interne dicono che sul tavolo c’è stato anche il caso Regeni.

Il 25 gennaio 2016 veniva sequestrato, torturato e, infine, ucciso Giulio Regeni, giovane ricercatore italiano. Sono 5 anni che la famiglia Regeni e l’Italia aspettano di sapere la verità sulla sua morte. A indagare sono stati i magistrati della procura di Roma e ora sono pronti ad andare a processo. Il 4 dicembre ci sarà la notifica di chiusura indagini per cinque agenti del servizio segreto egiziano iscritti due anni fa nel registro degli indagati. Per loro verrà chiesto il processo con l’accusa di omicidio.

Intanto Patrick Zaky, lo studente egiziano che studiava all’Università di Bologna, è ancora in carcere. Non solo, ma la Procura per la Sicurezza dello Stato egiziana ha disposto 15 giorni di custodia cautelare in carcere anche per un dirigente dell’Ong per cui lavorava Patrick Zaki: Gasser Abdel Razek. La custodia cautelare di Razek, direttore esecutivo dell’Iniziativa egiziana per i diritti personali (Eipr), è stata resa nota su Twitter dalla stessa Ong. Razek era stato fermato nella sua abitazione di Maadi, alla periferia Est del Cairo, aveva precisato la sua ong in un tweet.

Subito dopo il fermo di Razek, l’ambasciatore d’Italia al Cairo, Giampaolo Cantini, insieme a numerosi capi missioni di altri Paesi non solo europei, aveva inviato una lettera al ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry per richiedere il rilascio dei dirigenti.

Oggi, davanti a una Corte d’assise del Cairo, si tiene anche l’udienza in cui verrà deciso se prolungare ulteriormente o meno la custodia cautelare in carcere per Patrick Zaki. Lo ha confermato all’Ansa una sua legale, Hoda Nasrallah, precisando che l’udienza si terrà di nuovo all’Istituto per sottufficiali di polizia di Tora, la zona del Cairo dove si trova il complesso carcerario in cui il giovane è detenuto dal 5 marzo, quasi un mese dopo il suo arresto. In questa fase delle indagini della Procura sul caso di Patrick, qualora ci fosse un rinnovo si tratterebbe di altri 45 giorni di reclusione.

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