Camerun – I vescovi: «Elezioni, clima calmo, ma…»

di Enrico Casale
elezioni in camerun

«Le elezioni si sono svolte nella calma ma nelle regioni anglofone si sono riscontrate gravi irregolarità», afferma la Conferenza episcopale camerunese in un comunicato che fa un bilancio provvisorio delle elezioni presidenziali di domenica 7 ottobre.

La Chiesa cattolica, tramite la Commissione episcopale Giustizia e pace, ha monitorato il voto grazie a 231 osservatori elettorali dispiegati nei seggi in tutto il territorio nazionale. Tuttavia 46 osservatori delle regioni del Nord Ovest e del Sud-Ovest, non hanno potuto recarsi ai seggi a causa dell’insicurezza. Le regioni anglofone dell’estremo occidente del Camerun sono infatti scosse da due anni da una crisi secessionista.

Nelle zone di lingua inglese, i vescovi camerunensi lamentano il fatto che molti elettori non siano stati in grado di partecipare al voto a causa dell’insicurezza. I Vescovi deplorano inoltre che non sono state prese disposizioni per consentire ai profughi di prendere parte al voto.

La Conferenza Episcopale denuncia che l’accesso a determinati seggi elettorali è stato proibito agli osservatori cattolici dalle forze di sicurezza. Uno degli osservatori cattolici ha subito un tentativo di corruzione mentre altri osservatori hanno notato diverse irregolarità nei seggi da loro ispezionati. Per esempio, nelle liste dei votanti erano presenti nomi di defunti. In almeno un caso un elettore ha denunciato che un’altra persona ha votato al posto suo, falsificando la firma nel registro elettorale.

I vescovi infine invitano tutti alla calma, in particolare il candidato che sarà riconosciuto vincitore dalle autorità competenti, affinché non provochi i suoi avversari. Mentre i potenziali perdenti sono esortati a riconoscere la loro sconfitta congratulandosi con il vincitore.

Nell’attesa della pubblicazione ufficiale dei risultati, uno dei candidati, Maurice Kamto, ha rivendicato la vittoria già lunedì 8 ottobre. Kamto ha reclamato inoltre un’inchiesta pubblica sui falsi osservatori elettorali, presentati dai media statali come inviati dall’Ong internazionale Transparency International, che ha smentito. I pretesi osservatori elettorali hanno affermato di non avere riscontrato alcuna irregolarità nel voto.

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