Angola, costruzioni abusive uccidono baobab millenari

di Celine Camoin

«Addio baobab» ha titolato ieri il Jornal de Angola, dedicando la copertina a quello che il quotidiano definisce una «tragedia ambientale» in atto nella riserva di Cacuaco, un’agglomerazione periferica di Luanda.

Sotto accusa sono le costruzioni edilizie abusive, che prendono il posto di alberi millenari, alcuni dei quali hanno vissuto persino 2.500 anni.

Lo scorso marzo, in occasione della Giornata mondiale delle foreste, il direttore nazionale per la biodiversità presso il ministero dell’Ambiente aveva deplorato che la crescita urbana e la deforestazione avevano avuto come conseguenza l’aggiunta dei baobab nella lista rossa delle specie minacciate d’estinzione.

Secondo il giornale, la deforestazione nel santuario dei baobab di Cacuaco è cominciata quattro anni fa e continua ancora oggi. «All’inizio si trattava di baracche, che poi sono diventate costruzioni in cemento. In assenza delle autorità, gli invasori hanno creato un proprio gruppo di muratori, che si auto-dichiara responsabile dell’assegnazione degli spazi».

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