“Akuaba”, una storia di migrazione e neocolonialismo

di claudia

Akuaba è il nome di un amuleto africano scolpito nel legno: simbolo di fertilità e salute per il nascituro. Ed è anche il titolo scelto da Francesco Staffa per il suo romanzo d’esordio (2020, D Editore). La storia inizia in Nigeria nel 1983, quando due giovani sposi originari del Ghana sono costretti a nascondersi perché l’allora governo presieduto da Shehu Shagari ordina l’espulsione di tutti gli immigrati, la maggior parte dei quali, più di un milione, di nazionalità ghanese. Nello stesso tempo due espatriati europei, Franco e Fabienne, da anni residenti nella capitale nigeriana e appartenenti alla ristretta elite bianca, invitano dall’Italia una coppia di amici, Guido e Ada, desiderosi di diventare genitori. Trent’anni dopo il/la lettore/trice scoprirà, come in un noir, quale terribile segreto Guido e Ada hanno tenuto nascosto per ben tre decenni… e ne rimarrà indignato/a.

Francesco Staffa, antropologo, ha collaborato con diversi musei etnografici ed è insegnante di letteratura italiana. In questo romanzo non mancano riferimenti ai suoi studi sulle culture del continente africano.

(Elisabetta Jankovic)

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