26/11/14 – Libia – Ancora raid su Tripoli. Italia, intervento ma con Onu

di AFRICA

 

L’Italia è pronta a intervenire “in prima fila” con forze di peacekeeping in Libia, ma solo dopo l’avvio di un “percorso negoziale verso nuove elezioni garantito da un governo di saggi”. E’ la proposta del ministero degli Esteri, Paolo Gentiloni, in un’intervista a Repubblica, quando in Libia resta però inascoltato il suo appello, e quello dell’Onu, a porre fine ai raid aerei sulle milizie filo-islamiche di Tripoli e ad avviare un dialogo tra le fazioni di un Paese diviso in due.

Gli aerei militari libici, in dotazione all’ex generale Khalifa Haftar – sostenuto dal governo di Abdullah al Thani basato a Tobruk – sono tornati a bombardare anche oggi le basi della coalizione armata di Alba della Libia (Fajr Libya) nella capitale. Non è chiaro quali siano stati finora i risultati dell’operazione, ma secondo fonti militari “l’esercito regolare è riuscito a entrare nei quartieri est della capitale”. E una brigata di Fajr a Zawiya avrebbe deciso di defezionare e dichiarare fedeltà al parlamento di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale.

Dal canto suo, il governo ‘parallelo’ di Omar al Hassi, vicino ai Fratelli musulmani e imposto a Tripoli dalle milizie filo-islamiche, ha condannato i raid come “un atto terroristico e vile” che ha “colpito le case dei civili”. La procura di Tripoli ha spiccato un mandato di arresto nei confronti di Haftar e il ministero degli Esteri ha lanciato un appello alla comunità internazionale ad “assumersi le proprie responsabilità giuridiche e morali nei confronti del popolo libico”.

Il governo Hassi è tornato a criticare “l’atteggiamento negativo” dell’Onu e del suo inviato speciale Bernardino Leon, ‘reo’ di continuare a fare la spola tra Tripoli e Tobruk in un tentativo di mediazione. Tentativo cui si associa anche l’Italia che a tutti i costi vuole evitare la spaccatura della Libia. * Laurence Figà-Talamanca – (ANSAmed).

 

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