22/01/14 – Algeria – Stabilito calendario presidenziali, scontri nel sud

di AFRICA

 

Avrà inizio il 23 marzo e si concluderà il 13 aprile la campagna elettorale per le presidenziali in agenda il prossimo 17 aprile: il calendario dell’atteso voto è stato annunciato dal ministero dell’Interno di Algeri. Il Consiglio costituzionale ha invece stabilito alla mezzanotte del 4 marzo il termine ultimo per presentare le candidature. Giovedì prossimo si insedierà ufficialmente la Commissione nazionale di supervisione dell’elezione presidenziale (Cnsep), costituita da 362 magistrati nominati dal presidente Abdelaziz Bouteflika. Creata nel 2012, la Cnsep è la massima istituzione elettorale in Algeria; sarà affiancata dalla Commissione nazionale di sorveglianza.

Dall’annuncio della data dello scrutinio la scorsa settimana, 17 personalità hanno già ufficialmente annunciato la propria candidatura. Tra queste c’è Ali Benfils, ex primo ministro, già sconfitto alle presidenziali del 2004 ma considerato la figura politica più accreditata alla successione del 76enne Bouteflika, ammalato e in carica da 14 anni. Il presidente uscente non si è ancora pronunciato sulla possibilità di candidarsi a un quarto mandato.

Mentre il paese del Nord Africa, rimasto immune al vento della primavera araba nel 2011, si appresta a vivere un cruciale appuntamento con le urne, è alle prese con crescenti tensioni tra comunità rivali sfociate in scontri a Ghardaia. Il quotidiano locale El Watan ha riferito di “ingenti rinforzi di gendarmi e poliziotti” dispiegati nella turbolente città meridionale e ai quattro angoli del territorio. Le violenze dello scorso fine settimane nell’oasi di Ghardaia hanno causato due morti e decine di feriti, obbligando le autorità a far chiudere scuole, uffici e attività commerciali. Ad essere coinvolt sono i Chaamba, comunità di origine araba, e i Mozabites, una minoranza berbera. Ma secondo Hamou Mesbah, del Fronte delle forze socialiste, dietro l’ondata di violenza in corso “ci sono gang di criminali con la complicità di alcuni agenti di polizia locale”. L’esponente di opposizione ha sottolineato che le due comunità in questione “hanno convissuto in modo pacifico per secoli”. Ghardaia è una zona particolarmente fertile ma remota e povera, diventata un crocevia del narcotraffico.

Oltre che con annose rivendicazioni socio-economiche che giungono non solo dal sud, le autorità algerine devono fare i conti con la crescente minaccia del terrorismo. Proprio un anno fa l’impianto di In Amenas (sud) è stato colpito da un attacco di un gruppo armato collegato ad Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), concluso con la morte di 67 persone, di cui 37 stranieri. – Misna

 

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