10/11/14 – Togo -denuncia di Peuples Observateurs: le mani della mafia su fosfati, petrolio e miniere

di AFRICA

 

La rivoluzione in Burkina Faso, anche se è finita nelle mani di militari forse non precisamente rivoluzionari, ha fatto risorgere lo spettro comunista di Thomas Sankara che sta terrorizzando uomini forti e dittatori di tutta l’Africa. Da Gibuti alla Repubblica democratica del Congo, dal Gabon al Congo, gli appelli alla mobilitazione per liberarsi dei tiranni, che svendono le risorse di interi Paesi ad occidentali e cinesi e non vogliono abbandonare il trono, riecheggia ed è sempre più forte e l’esempio della rivolta sankarista del Burkina Faso che è ormai un faro per i giovani disperati delle città africane gonfie di rabbia e povertà.

La situazione sembra particolarmente tesa nel piccolo Togo, dove questa settimana sono annunciate manifestazioni per chiedere che Faure Gnassingbé, dell’eterno clan che domina il piccolo Paese africano, se ne vada come ha fatto Blaise Compaoré in Burkina Faso, altrimenti lo sloggerà il popolo con una rivoluzione alla burkinabé.

Ma la situazione a Lomé potrebbe essere un po’ più complicata che a Ouagadougou. I movimenti dell’opposizione togolese che si raccolgono intorno a Peuples Observateurs dicono che «Il tiranno togolese Faure Gnassingbé non ha più fiducia nella sua armata tribale delle Forces Armées Togolaises, dopo che ha mandato in prigione ed in esilio dei fratelli di sangue di Pya…». Pya è il villaggio da cui viene la famiglia e il clan dei Gnassingbé.

Secondo Peuples Observateurs, «E’ per questo che ha dovuto ricomporre la sua sicurezza e quella del suo regime facendo appello a nuovi protagonisti al di là della “Françafrique”». L’opposizione togolese aveva già denunciato che «la sicurezza dell’estrazione di fosfati e petrolio è assicurata dalla mafia israeliana attraverso Charles Debbasch e Raphael Edery che ha messo in atto la tecnologia di repressione dell’ANR»

Il presidente del Togo Secondo Faure Gnassingbé soffre di leucemia, che cura in Israele e in Italia, e secondo Peuples Observateurs, «I numerosi viaggi del leucemico togolese in Italia (1 o 2 volte al mese) non sono solo dedicati al suo trattamento anti-cancro e diabetico, ma anche per delle questioni finanziarie». Il quadro fatto dall’opposizione delle attività dell’uomo forte del Togo nel nostro Paese è forse venato di esagerazione complottistica, ma andrebbe verificato con attenzione, visto che solo qualche mese fa abbiamo accolto come un grande statista ed uomo di pace un golpista assassino come Blaise Compaoré che è stato defenestrato da una rivolta popolare.(…) Clicca per leggere il seguito: Greenreport

 

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