09/07/13 – Egitto – El-Beblawi è il nuovo premier

di AFRICA

L’ex vicepremier egiziano e ministro delle Finanze incaricato di formare il governo. El Baradei nominato vice. La ‘roadmap’ del presidente egiziano Mansour: modifiche alla Costituzione, voluta dai Fratelli Musulmani e ora sospesa, un referedum e poi il voto. Il piano bocciato dai Fratelli Musulmani: migliaia in piazza per Morsi. I militari: stop ai sit-in con zero conseguenze. Negli scontri di ieri almeno 51 morti. Ordinata inchiesta indipendente. Il capo della massima istituzione dell’Islam sunnita: ”Stop a scontri o mi ritiro”. Libano, autobomba a Beirut: 37 feriti

Dopo giorni di scontri e trattative l’Egitto ha un nuovo premier. L’ex vicepremier egiziano e ministro delle Finanze, Hazem el-Beblawi è stato incaricato ufficialmente dal presidente Adly Mansour di formare il governo. Mentre Mohamed elBaradei, leader delle forze liberali egiziane, è stato nominato vice presidente della Repubblica con delega alle relazioni internazionali. A riferirlo è il sito del quotidiano ufficiale al-Ahram, spiegando che sono già cominciate le consultazione per la scelta della squadra che dovrà traghettare l’Egitto verso nuove elezioni democratiche entro la fine dell’anno. El-Beblawi, economista di orientamento politico liberale, faceva parte dell’esecutivo di transizione del dopo-Mubarak giudato da Essam Sharaf.

Il premier incaricato ha annunciato che potrebbero esserci ministri appartenenti ai Fratelli Musulmani nel suo esecutivo. In una dichiarazione attribuita al premier dagli attivisti della campagna Tamarod e rilanciata dal sito del quotidiano ufficiale al-Ahram, si afferma che è “importante” che i ministri scelti per il nuovo governo abbiano la capacità di “adattarsi alla nuova realtà”. El-Beblawi ha quindi aggiunto che nessuna parte sarà “esclusa” dall’esecutivo, che dovrà lavorare per “raggiungere gli obiettivi della rivoluzione egiziana, portando il paese dall’abisso attuale a una nuova fase di sicurezza e stabilità”.

La nomina di premier e vice arriva dopo che il presidente ha annunciato la road map per il paese: modifiche alla Costituzione egiziana, voluta dai Fratelli Musulmani e ora sospesa, poi un referedum e, quindi, nuove elezioni, prima parlamentari e poi presidenziali. L’intero processo, secondo il decreto, non dovrà durare più di 210 giorni.

Dopo gli scontri di ieri al Cairo, costati la vita ad almeno 51 persone, e dopo gli appelli dei Fratelli Musulmani a nuove proteste in seguito al ”massacro”, il piano contenuto in un decreto emesso da Mansour dopo consultazioni con i vari gruppi politici prevede la formazione di una ‘commissione di saggi’ per proporre emendamenti alla Costituzione del 2012.

La commissione sarà composta da due membri della Corte Costituzionale, altrettanti giudici, due membri del Consiglio di Stato e quattro costituzionalisti e verrà nominata entro 15 giorni. Gli emendamenti costituzionali che verranno indicati dai ‘saggi’ verranno poi sottoposti a un’altra commissione composta da 50 membri in rappresentanza di ”tutti” i settori della società egiziana.

Successivamente, entro fine novembre, gli emendamenti indicati verranno sottoposti a referendum. Poi ancora, le elezioni parlamentari, entro uno o due mesi dall’approvazione della nuova Costituzione. Infine, le elezioni presidenziali, ma nessuna data è stata fissata.

I Fratelli Musulmani bocciano la ‘roadmap’ del presidente ad interim . Per Essam al-Erian, numero due del partito Libertà e Giustizia dei Fratelli Musulmani, il piano di Mansour ”porta indietro il Paese al punto di partenza”. ”Ora è chiaro che non stanno prendendo di mira solo il presidente, ma l’identità e i diritti delle persone, la loro libertà e la democrazia”, ha detto al-Erian, citato dall’agenzia di stampa Dpa.

I Fratelli Musulmani e i loro alleati hanno minacciato di continuare con le proteste fin quando Mohamed Morsi, deposto il 3 luglio dai militari, non tornerà al potere. Migliaia di sostenitori della Fratellanza sono scesi in piazza Rabaa al-Adawiya, al Cairo, per manifestare a favore di Morsi, chiedendo la sua liberazione e il ripristino della “legittimità”.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon è ”profondamente preoccupato” per l’escalation di violenze in Egitto e chiede ”massima moderazione” e un’inchiesta indipendente sulle violenze che ieri al Cairo hanno fatto almeno 51 morti davanti a una sede della Guardia Repubblicana.

”Il segretario generale condanna queste uccisioni” e ”chiede che su di esse indaghino in modo approfondito enti nazionali indipendenti e competenti e che i responsabili vengano assicurati alla giustizia”, ha detto il portavoce di Ban, Martin Nesirky.

Il segretario generale, ha aggiunto, ”chiede a tutti gli egiziani” di ”fare tutto il possibile per evitare nuove escalation” di violenze e di appianare le divergenze in modo pacifico nell’ambito di un processo in cui ”devono essere incluse tutte le parti e le comunità”. ”Le proteste – ha detto ancora Nesirky – devono rimanere pacifiche e le forze di sicurezza devono rispettare gli standard internazionali”. – Adnkronos/Ign

 

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