08/10/13 – Africa – Da Kofi Annan sostegno alla Cpi

di AFRICA

 

“In un continente che ha sperimentato conflitti, violazioni dei diritti umani su vasta scala e genocidi, sono sorpreso di sentire critiche che vedono nella giustizia un ostacolo alla ricerca della pace” ha detto l’ex segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, in un discorso all’Università sudafricana di Western Cape. Il diplomatico ghanese si è detto convinto che “se le vittime africane potessero ottenere giustizia nel proprio paese di origine, non avrebbero alcun bisogno di rivolgersi alla Cpi”, ribadendo che “giustizia e pace sono direttamente collegate”. Nel suo discorso Annan ha poi avvertito che la decisione di alcuni dirigenti di ritirarsi dalla Cpi sarà “un segno di vergogna per ciascun di loro e per i propri paesi” oltre ad essere la prova che prevale “la cultura dell’impunità” e la “legge del più forte che confonde i propri interessi con quelli di un intero paese”.

Le dichiarazioni di Annan si inseriscono in un ampio dibattito aperto da tempo da alcuni nazioni africane che accusano la Corte penale internazionale (Cpi) di processare e spiccare mandati di cattura soltanto nei confronti di personaggi africani, avanzando l’ipotesi di un “pregiudizio razziale”. Di recente la diatribe è stata rilanciata con l’apertura all’Aia del processo a carico del vicepresidente keniano William Ruto e a poche settimane dall’inizio di quello contro il presidente Uhuru Kenyatta, entrambi alla sbarra per crimini contro l’umanità. Kenya, Etiopia e Uganda hanno già affermato di prendere in considerazione l’idea di ritirare l’adesione dal Trattato di Roma mentre Botswana, Lesotho hanno ribadito il loro appoggio ai giudici dell’Aia. Oltre 130 organizzazioni della società civile di 34 paesi africani hanno invece chiesto all’Unione Africana di riaffermare il suo sostegno alla Cpi come tribunale di “ultima istanza” per le vittime di abusi. Proprio sui rapporti con l’istituzione giudiziaria internazionale è dedicato il vertice speciale che si aprirà venerdì ad Addis Abeba e riunirà rappresentanti dei 54 Stati dell’Unione Africana.

Il mese scorso l’ex presidente liberiano Charles Taylor è stato condannato a 50 anni di carcere per crimini contro l’umanità. Quattro dei procedimenti in corso alla Cpi sono stati aperti su richiesta di dirigenti africani mentre altri due, sul Darfur e la Libia, sono il risultato di un’azione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. – Misna

 

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