Una corsa tra le vie di tre città africane per combattere l’inquinamento

di claudia

Correre per monitorare la qualità dell’aria e combattere l’inquinamento: a Lagos, Accra e Capetown molti giovani tra i 18 e i 35 anni stanno aderendo alla campagna “Cityzens for Clean Air”. Grazie a una particolare app impostata durante la corsa, dei sensori sono in grado di misurare l’inquinamento dell’aria. Con i dati alla mano i giovani vengono poi coinvolti e invitati dalle autorità locali per discutere e contribuire alla ricerca di soluzioni per far fronte alle crisi ambientali.

Indossano sensori e utilizzano un’app per smartphone in grado di rilevare l’inquinante più dannoso che si annida tra le vie di tre megalopoli del continente come Accra, Capetown e Lagos: sono i ventisette giovani (poi diventati 400) che hanno aderito alla campagna Cityzens for Clean Air. Durante le corse, riporta il Guardian, hanno rilevato le particelle fini nell’aria note come PM2,5, larghe meno di 2,5 micron. Livelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Fondato nel 2022 dal Prof Tolullah Oni, epidemiologo urbano e responsabile clinico presso il Global Diet and Physical Activity Research Group dell’Università di Cambridge, Cityzens for Clean Air arruola i giovani per misurare la qualità dell’aria e aiutare a trovare soluzioni all’inquinamento ambientale in tre città del continente.

Uno di loro si chiama Waziri Abubakar, 32 anni. Ha corso la maratona di Lagos con la determinazione di battere il suo record personale di 4 ore e 13 minuti. Al contempo aveva anche un altro scopo: misurare la qualità dell’aria lungo il percorso. In quell’occasione i dati di Abubakar hanno mostrato che i livelli erano bassi e le ragioni riguardano le chiusure stradali introdotte per la maratona.

Dopo la formazione, si legge su Guardian, i 27 leader hanno reclutato altri 400 volontari, di età compresa tra i 18 ei 35 anni, per unirsi alle corse e valutare la qualità dell’aria, correndo una distanza compresa tra 5 e 10 kilometri, da luglio a settembre dell’anno scorso. Oltre alla rilevazione e al successivo momento di discussione per prendere parte alla discussione e ricerca di soluzioni ambientali, i volontari hanno anche geotaggato fotografie e video segnalando alle autorità fonti percepite come ricche di aria inquinata, come fabbriche, rifiuti in fiamme e centrali elettriche.

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