Tunisia, Saied non vuole osservatori elettorali

di claudia
il presidente Kais Saied

Il presidente tunisino Kais Saied ha dichiarato ieri che la nazione è in grado di cavarsela da sola per garantire il successo delle prossime elezioni e che non è favorevole alla presenza di osservatori internazionali.  “Vogliono mandarci osservatori, non siamo un Paese colonizzato”, ha detto, sostenendo che l’invio di osservatori in passato non ha impedito brogli elettorali.

“Quando si vogliono organizzare elezioni vere che rispecchino la volontà del popolo, ci chiamano dittatura”, ha poi aggiunto. Le parole di Saied sono state pronunciate in occasione del giuramento dei nuovi membri dell’Alta autorità delle elezioni (Isie) che egli stesso ha nominato con un decreto, dopo una modifica che gli ha consentito di avere maggiore potere sulla scelta. Un ennesimo provvedimento ritenuto autoritario e criticato dall’opposizione e da parte della comunità internazionale, in primo luogo l’Unione europea e gli Stati Uniti.

A fine aprile, dopo i provvedimenti sull’autorità elettorale, mentre la Tunisia si prepara a tenere un referendum sulle elezioni legislative anticipate, l’Unione europea ha sottolineato l’importanza dell’attuazione delle riforme e di un calendario elettorale nel quadro di un dialogo che includa tutti gli attori politici e sociali al fine di garantire la stabilità e la prosperità della Tunisia. Ha sollevato la questione della credibilità del processo elettorale volto al ritorno alla normalità istituzionale. “Seguiremo con la massima attenzione le nomine dei suoi futuri membri affinché restino garanzia del mantenimento della sua indipendenza e della sua capacità di svolgere il proprio mandato in piena trasparenza”, indicava una dichiarazione dell’Ue.

Poco prima, era stato Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, a dichiarare che il suo Paese è “profondamente preoccupato” per la decisione del presidente tunisino relativa alla modifica della legge sull’Alta Autorità indipendente per le elezioni. Ned Price ha ritenuto estremamente importante l’esistenza di un organo elettorale indipendente, visto il ruolo affidatogli dalla Costituzione, in particolare nell’organizzazione del referendum e delle elezioni legislative in Tunisia.

Il 25 luglio, Kais Saied ha licenziato il primo ministro Hichem Mechichi, ha sospeso il parlamento, che ha successivamente  definitivamente sciolto. Saied si è basato sull’articolo 80 della Costituzione che prevede misure eccezionali in caso di pericolo imminente per la sicurezza nazionale. Vige uno stato d’eccezione in attesa di elezioni anticipate e di un referendum sulla Costituzione, voluto da Saied. Più recentemente, ha sostituito il Consiglio superiore della magistratura. Diverse Ong, oppositori, partiti politici, magistrati e avvocati temono una deriva autoritaria, tuttavia nei sondaggi Saied rimane in testa nelle preferenze. L’Isie ha sette membri, tra cui il presidente Farouk Bouasker.

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