Tunisia: a Zarzis, un dramma migranti di troppo

di claudia

di Céline Camoin

È risalita fino alle più alte sfere dello Stato la drammatica vicenda della scomparsa in mare di 17 giovani migranti partiti da Zarzis a bordo di un’imbarcazione di fortuna. Da circa tre settimane si cerca di fare chiarezza sulla vicenda. Parenti e amici chiedono da giorni aiuto alle autorità per ritrovare le vittime del naufragio. Ieri, martedì, 18 ottobre, a Zarzis è stato indetto uno sciopero generale, al quale hanno dato il loro sostegno associazioni e Ong.

Nei giorni scorsi al palazzo presidenziale di Cartagine, la vicenda è stata uno degli argomenti al centro dei colloqui tra il presidente della Repubblica, Kais Saied, e la ministra della Giustizia, Leila Jaffel. Sono stati rilevati  malfunzionamenti in seguito alla tragedia. Il capo dello Stato ha insistito sulla necessità che ciascuna parte si assuma le proprie responsabilità a livello regionale o nazionale.

Il presidente ha inoltre sottolineato che il fenomeno dell’immigrazione irregolare non aumenterebbe se non ci fossero fattori che hanno spinto i tunisini a gettarsi in mare.

È in corso un’indagine giudiziaria per svelare ai tunisini l’intera verità e cercare coloro che si nascondono dietro queste tragedie.  Al ministro dell’Interno Taoufik Charfeddine, e al direttore generale della Sicurezza Nazionale, Mourad Saidane, il presidente ha chiesto di intensificare le ricerche per fare luce sul dramma di Zarzis e su altre tragedie simili, soprattutto perché gli indizi mostrano che le persone coinvolte nella tratta di esseri umani sono le stesse. Saied ha chiamato, allo stesso tempo, a perseguire tutti i responsabili di questo genere di episodi, in coordinamento con il pubblico ministero, al fine di porre fine all’impunità.

Secondo Alhadi Lehmidi, segretario generale dell’Ugtt, il sindacato generale dei lavoratori tunisini a Zarzis, lo Stato ha accumulato errori in questa vicenda. Ai microfoni di Rfi, ha spiegato che le rivendicazioni riguardano il fatto che cittadini tunisini sono stati sepolti in una parte del cimitero dedicata a ignoti. I corpi delle persone non sono stati identificati, e questo fattore ha contribuito a esasperare  i parenti delle vittime. 

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