Sudan, spiragli di pace

di Marco Trovato

Il governo del Sudan e uno dei principali gruppi ribelli del Paese hanno firmato un accordo ieri integrare i miliziani nell’esercito nel corso dei prossimi 39 mesi, nell’ultimo di una serie di accordi tra le autorità sudanesi e i rivoltosi. Il consiglio esecutivo del Sudan e i gruppi ribelli hanno ripreso i colloqui di pace nell’ottobre 2019 per porre fine ai conflitti nel Paese in seguito alle proteste di massa che hanno portato alla destituzione dell’autocrate Omar al-Bashir dopo trent’anni di governo, lasciando il potere a un governo di transizione. Il governo e il Sudan People’s Liberation Movement-North (SPLM-N) hanno condotto i negoziati nel vicino Sud Sudan raggiungendo un accordo che copre gli Stati meridionali delle Montagne di Nuba e del Nilo Azzurro, ha dichiarato Tut Gatlauk, il mediatore capo sud sudanese. 

“Le forze armate resteranno intatte, e con l’aggiunta del SPLM-N il nostro esercito nazionale sarà più coeso, forte e pronto a rispondere a qualunque minaccia verso la sicurezza interna,” ha dichiarato il ministro della Difesa sudanese Yassin Ibrahim. Yasir Arman, vicepresidente del SPLM-N, ha definito l’accordo di portata “storica.” “Parteciperemo nello sviluppo, alle riforme e alla ricostruzione delle nuove e più efficienti forze armate, riflettendo la diversità e la nuova dottrina militare sudanese lontana da ogni forma di politicizzazione.” Le autorità sudanesi hanno dichiarato che mirano a raggiungere un accordo di pace ampio che risolva i molteplici conflitti all’interno del Paese.

I ribelli dell’SPLM-N sono stati attivi nelle regioni meridionali del Kordofan meridionale e del Nilo Azzurro, dove le comunità rimaste in Sudan dopo la secessione del Sud Sudan nel 2011 sostengono di essere state marginalizzate dal governo di Khartoum. Secondo l’accordo i ribelli dell’SPLM-N inizialmente presidieranno le Montagne di Nuba e nel Nilo Azzurro sotto il comando dell’esercito sudanese per 14 mesi prima di essere dispiegati nel resto del Paese per altri 13 mesi. Al termine del periodo di transizione di 39 mesi, le unità ribelli saranno smantellate.

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