Sudafrica: dopo un apparente tentativo di lasciare la Corte penale, arriva la smentita

di claudia

Non è chiaro il ruolo che il Sudafrica intende avere circa il legame con la Corte penale internazionale (Cpi). Inizialmente il Sudafrica aveva lasciato intendere che avrebbe potuto lasciare la Corte penale internazionale (Cpi), revocando la sua adesione allo Statuto di Roma. A innescare per la seconda volta il tentativo del Sudafrica di percorrere questa strada sono secondo le stesse parole del presidente Cyril Ramaphosa le attuali dinamiche geopolitiche, poi messe in dubbio da un successivo comunicato stampa.

“Il partito al governo, l’African National Congress, ha deciso che è prudente che il Sudafrica si ritiri dalla Cpi, soprattutto a causa del modo in cui la Cpi ha affrontato questo tipo di problemi”, ha dichiarato Ramaphosa ai giornalisti durante una visita di Stato del presidente finlandese Sauli Niinisto, facendo riferimento al mandato di arresto spiccato lo scorso marzo dalla Cpi nei confronti del presidente russo Vladimir Putin.

Il mandato d’arresto internazionale contro Putin era stato emesso dopo che lo stesso aveva già ricevuto l’invito del Sudafrica al vertice dei Brics in agosto. Secondo gli obblighi della Cpi, in un caso del genere il Sudafrica dovrebbe consegnare Putin alla Corte penale internazionale dell’Aia semmai dovesse mettesse piede nel Paese.

Ora però la situazione non è chiara perché questa possibile scelta è stata smentita da una nota ufficiale, dalla quale emerge che Pretoria “desidera chiarire che il Sudafrica rimane firmatario dello Statuto di Roma e continuerà a battersi per un’applicazione uniforme e coerente del diritto internazionale”.

Insomma, Ramaphosa ha smentito Ramaphosa: secondo la presidenza infatti “questo chiarimento segue un errore in un commento, fatto durante un briefing con i media dell’African National Congress (Anc) sullo status del Sudafrica rispetto alla Corte penale internazionale (Cpi). Purtroppo, il presidente ha ribadito erroneamente una posizione simile oggi”, si legge nella nota, che specifica e ricorda che a dicembre 2022 una risoluzione interna all’Anc ha revocato una precedente decisione di ritiro dalla Cpi, a dimostrazione del fatto che il Paese africano resta legato ai suoi doveri internazionali.

“Nel rimanere firmatario dello Statuto di Roma, il Sudafrica è guidato dall’importanza di rafforzare le istituzioni di governance globale. Di conseguenza, il Sudafrica lavorerà per rinvigorire il protocollo di Malabo che istituirebbe un tribunale penale continentale che integrerebbe la Cpi come tribunale di ultima istanza”.

Nella nota, la presidenza sudafricana inoltre sembra gettare il pallone in avanti relativamente alla presenza a luglio in Sudafrica di Vladimir Putin, ricercato dalla Cpi. Il Sudafrica avrebbe l’obbligo di arrestarlo e consegnarlo ma il precedente di Omar al Bashir, lasciato libero dalle autorità sudafricane, non fa ben sperare: secondo Pretoria l’immunità presidenziale impedirà l’arresto di Putin.

Condividi

Altre letture correlate: