Sudafrica | Covid-19, il pericolo avanza

di Enrico Casale
covid sudafrica

In Africa i casi accertati di coronavirus sono circa 780.000, la metà dei quali concentrati in Sudafrica. Secondo Salim Abdool Karim, uno dei pionieri della lotta all’Aids e ora in prima fila in Sudafrica contro la pandemia, in molte comunità sudafricane «il distanziamento sociale e il lavaggio frequente delle mani non è praticabile, soprattutto negli insediamenti informali». «Temo – continua il medico -che i casi arriveranno a superare il milione».

Tuttavia, l’epidemia nel Paese africano si sta muovendo più lentamente del previsto. Dopo il primo caso del 5 marzo, e il raddoppio dei casi ogni due giorni, dal 27 marzo è stato imposto un lockdown di cinque mesi, che però è costato il lavoro a tre milioni di sudafricani. Situazione che ha spinto il governo ad allentare le restrizioni per far ripartire l’economia, tenendo chiuse le scuole per altre 4 settimane. Il lockdown ha permesso di rallentare i casi e non raggiungere il picco come in Europa.

Il primo grosso focolaio epidemico si è avuto a Cape Town, e poi nella popolosa provincia di Gauteng con 5-6mila nuovi casi al giorno. Ma anche così «la nostra epidemia è minore di quanto si fosse previsto», rileva Karim. Se ciò dipenda dalla giovane età della popolazione, dal clima o da un numero limitato di test, l’esperto non lo sa dire. «Non c’è ragione – conclude – perché qui l’epidemia non viaggi veloce come in altri paesi, quali la Nigeria. Anche se non facciamo abbastanza test, vedremmo comunque un aumento dei ricoveri e delle morti. È un enigma».

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