Sudafrica: corna dei rinoceronti radioattive per combattere il bracconaggio

di Valentina Milani
rinoceronte

Un team di ricercatori in Sudafrica sta lavorando su un metodo potenzialmente nuovo per scoraggiare i bracconieri e i contrabbandieri di rinoceronti, utilizzando marcatori radioattivi per rendere i corni di contrabbando individuabili nei porti di ingresso globali e meno desiderabili per gli acquirenti.

Il programma si chiama Rhisotope Project ed è stato realizzato dall’università sudafricana in collaborazione con la statunitense Colorado State University, l’agenzia russa per il nucleare Rosatom e con la Nuclear Energy Corporation of South Africa che si occupa della gestione dell’energia nucleare in Sudafrica.

Lo studio non è ancora nella sua fase pratica, bensì in quella sperimentale: “al momento il nostro obiettivo è trovare una quantità appropriata di materiale radioattivo che non danneggi l’animale”, ha detto James Larkin, direttore dell’unità di fisica delle radiazioni e della salute all’Università di Witwatersrand a Johannesburg.

Il team di ricerca raccoglierà quindi campioni dagli animali nei prossimi tre mesi per capire come l’isotopo interagisce all’interno del corno, dove viene inserito attraverso un foro, e valutare il comportamento e la salute degli animali, ha detto Larkin. La prima fase del progetto è infatti iniziata il 13 maggio 2021 e ha visto l’introduzione di tracce di isotopi stabili e innocui nelle corna di due rinoceronti, chiamati Igor e Denver, che abitano nella riserva Buffalo Kloof situata a 35 chilometri di distanza dalla città di Pretoria. Igor e Denver saranno monitorati nelle prossime settimane per capire come gli isotopi interagiscono con l’animale e con i suoi spostamenti.

Una volta dimostrata la validità del programma, la tecnica sarà offerta ai proprietari di rinoceronti statali e privati nel continente africano e nel mondo. La proprietà intellettuale, la formazione e l’assistenza saranno rese disponibili gratuitamente da Rhisotope Project alle organizzazioni di conservazione che desiderano utilizzare il processo per proteggere gli animali dal bracconaggio.

Il Sudafrica ospita la più grande popolazione di rinoceronti del mondo ed è alle prese con la problematica del bracconaggio da decenni. Il corno di rinoceronte è infatti una delle merci più contrabbandate al mondo. La domanda proviene principalmente dall’Asia, dove si crede che i corni di rinoceronte abbiano potenti proprietà medicinali e siano anche un simbolo di ricchezza.

Il bracconaggio dei rinoceronti coinvolge spesso sia i bracconieri locali che le organizzazioni criminali internazionali che contrabbandano corni di rinoceronte attraverso i confini. I bracconieri spesso sparano al rinoceronte con fucili da caccia ad alta potenza prima di rimuovere il corno dal cranio con un coltello.

Il Sudafrica ha circa 16.000 rinoceronti all’interno dei suoi confini, ha detto il ministero dell’ambiente a Reuters a maggio. Ma il bracconaggio incessante e la siccità nella regione del nord-est hanno colpito duramente la popolazione dei rinoceronti. Nel Kruger National Park, il numero di rinoceronti è crollato di quasi più di due terzi nell’ultimo decennio a circa 3.800 nel 2019 da 11.800 rinoceronti nel 2008, secondo un rapporto del South African National Parks.

Il progetto potrebbe fornire un’alternativa al “de-horning”, in base al quale gli animali vengono tranquillizzati prima che il corno venga tagliato per prevenire il bracconaggio, cosa che deve essere fatta ogni 18 mesi circa. Al contrario, i marcatori radioattivi dovrebbero essere inseriti solo ogni cinque anni, ha detto Larkin.

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