Sud Sudan: tragico aumento della violenza sui civili nel 2020

di Valentina Milani
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Le milizie su base comunitaria sono responsabili del 78% delle uccisioni, dei ferimenti, dei rapimenti e delle violenze sessuali subite dai civili durante i numerosi attacchi che hanno interessato diverse zone del Sud Sudan nel 2020, secondo un nuovo rapporto sui diritti umani della Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (Unmiss) l’Annual Brief on Violence Affecting Civilians.

Il documento registra l’uccisione di 2.421 civili nel 2020, più del doppio dell’anno precedente. Inoltre sono più di 1.500 le persone che sono state ferite, in aumento rispetto alle 866 del 2019.

Il rapporto precisa che mentre le cifre rappresentano un aumento significativo della violenza rispetto al 2019, gli scontri si sono concentrati nel 13% dei 540 payam (aree amministrative) del Paese e hanno in gran parte coinvolto milizie basate sulle comunità piuttosto che parti convenzionali del conflitto. Il livello di violenza rimane comunque significativamente inferiore al periodo precedente alla firma dell’accordo di pace del 2018, precisa Unmiss sollevando però particolare preoccupazione per un forte aumento dei rapimenti pari a oltre il 300%. “Molte delle vittime erano bambini sottratti alle loro famiglie durante le incursioni guidate dalle milizie. Anche numerosi uomini sono stati rapiti per il reclutamento militare e il lavoro forzato” si legge nel documento che rileva però una riduzione del 21 per cento dei casi di violenza sessuale legati al conflitto nel 2020.

“L’ondata di violenza è profondamente preoccupante e ha avuto un impatto devastante sulla vita delle comunità che già soffrono enormi privazioni economiche a causa delle inondazioni in aree come Jonglei”, ha detto il capo di Unmiss, David Shearer.

Alla fine dell’anno scorso, Unmiss ha dispiegato le forze di pace nelle aree colpite in modo che fossero sul posto prima della stagione secca, quando tradizionalmente scoppiano i conflitti a causa delle tensioni tra le comunità per le scarse risorse. La missione di pace ha attualmente numerose basi temporanee in particolari punti caldi del conflitto e sta conducendo pattugliamenti regolari per aiutare a scoraggiare ulteriori attacchi.

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