Sud Sudan, è ripresa la guerra civile

di Enrico Casale
Guerra in Sud Sudan

Guerra in Sud SudanNon c’è pace per il Sud Sudan. Lo Stato più giovane del mondo (è nato nel 2011) è ripiombato nel vortice della guerra civile. Nonostante due accordi di pace, l’esercito del Presidente Salva Kiir e le milizie del Vicepresidente Riek Machar da alcuni giorni hanno ripreso a combattersi. Il Governo ha lanciato un’offensiva «su vasta scala» nello Stato di Unity, i ribelli hanno invece attaccato i giacimenti petroliferi nell’Upper Nile.

Gli scontri hanno causato decine di morti e hanno costretto centinaia di migliaia di civili ad abbandonare le proprie case. Gli operatori umanitari hanno lanciato l’allarme: i combattimenti hanno tagliato fuori dagli aiuti molti profughi, gli ospedali e i piccoli ambulatori sono stati distrutti, i villaggi sono stati rasi al suolo, soldati e miliziani stanno commettendo atrocità.
«La ripresa del conflitto – ha dichiarato Michelle Kagari, Vicedirettore di Amnesty International – è una chiara indicazione che i leader del Sud Sudan hanno poco interesse a una cessazione delle ostilità e che la comunità internazionale è riluttante ad adottare misure coraggiose per evitare le atrocità».

Alla base del conflitto c’è una lotta di potere tra l’etnia maggioritaria dinka (alla quale appartiene il Presidente) e quella nuer (della quale fa parte il suo Vice). Il Sud Sudan è uno Stato potenzialmente ricchissimo: è uno dei maggiori produttori di petrolio dell’Africa subsahariana, ma possiede anche notevoli risorse idriche, essendo attraversato dal Nilo. Proprio la gestione di queste ricchezze ha scatenato la lotta interna. E a rimetterci è soprattutto la popolazione civile.

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