Sud Sudan: calma apparente e fragile

di Marco Trovato

“La situazione politica e militare è relativamente tranquilla. Gli scontri armati ci sono, ma sono circoscritti e speriamo non minino l’accordo di pace con le fazioni ribelli”. Così descrivono la situazione del Sud Sudan, fonti locali interpellate da InfoAfrica.

“La situazione attuale – spiegano le nostre fonti – è certamente più calma rispetto agli anni della guerra civile. A Juba, la capitale, e nei principali centri non si registrano violenze. Diversa è la situazione nelle aree rurali”. Nelle campagne non ci sono solo tensioni politiche tra milizie, ma sono sempre presenti i combattimenti tra allevatori e razziatori di bestiame. “Questa è la stagione secca – osservano –. L’assenza di piogge facilita gli spostamenti e gli attacchi alle mandrie e ai mandriani. Sono scontri che ci sono sempre stati. Un tempo però venivano effettuati con armi rudimentali, oggi si usano armi automatiche e il numero delle vittime è sempre elevato”.

Questa calma apparente è comunque fonte di instabilità. Una instabilità che si riversa sull’economia del Paese. “Anche se le milizie non combattono o combattono poco, dominano il territorio – spiegano -. Chi intende passare o commerciare o installare attività deve fare i conti con questi gruppi. Ciò significa pagare tangenti anche elevate. Crediamo che, se il governo centrale non prenderà il controllo del territorio, nessuna azienda internazionale vorrà investire da noi. Nessuno può rischiare tanto né accettare balzelli imposti da ras locali. Sono vere estorsioni”.

In questo contesto, la pandemia di Covid-19 non sembra aver colpito troppo duramente il Paese. “È vero che i centri in cui si fanno i tamponi sono solo due in tutta la nazione e quindi non è possibile dire esattamente quanti siano i contagiati – concludono le nostre fonti -. È vero anche che negli ospedali e nei centri sanitari non si vedono gravi casi di coronavirus. La gente muore delle malattie tradizionali (Aids, malaria, ecc.), ma poco di Covid-19. Le autorità e anche le Chiese cristiane raccomandano prudenza. Anche se non sempre vengono ascoltati i loro inviti”.

(foto: courtesy Marco Gualazzini)

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