Somaliland, lotta al bracconaggio per salvare i ghepardi

di Marco Trovato

In Somaliland è stato lanciato un programma di formazione specialistica dedicato agli agenti che lottano contro il bracconaggio di ghepardi e contro il traffico di animali nel Golfo. Da anni, il Paese dell’Africa orientale è uno snodo del contrabbando di animali selvatici e quindi un luogo chiave dove le autorità anti-tratta possono intervenire per bloccare il traffico di animali venduti al mercato nero.

Gli esperti del Cheetah Conservation Fund (Ccf) hanno affermato che tra il 2010 e il 2020, ogni anno 300 cuccioli sono catturati dal Corno d’Africa. I ghepardi sono una specie in via di estinzione. Si ritiene che meno di 7.500 esemplari rimangano in natura. “Stiamo imparando molto dalle confische che stiamo eseguendo e stiamo iniziando a conoscere più da vicino i protagonisti di questo traffico”, ha detto Laurie Marker, Cheetah Conservation Fund.

Per questo motivo, è in corso un corso di formazione di cinque giorni ad Hargeisa che coinvolge i rappresentanti del governo del Somaliland e le forze dell’ordine che sono deputate al perseguimento dei crimini contro la fauna selvatica. La formazione è supportata dal Ccf, dal Fondo internazionale per il benessere degli animali e da Legal Atlas, una società di intelligence legale che fornisce competenze nell’applicazione e nell’azione penale.

“Il lavoro che stiamo intraprendendo per migliorare le nostre leggi e istituire un’unità nazionale per condurre attività di contrasto al traffico è un importante passo avanti nella nostra lotta decennale contro il commercio illegale di specie selvatiche qui in Somaliland”, ha affermato Shukri Ismail, del ministero della Ambiente e sviluppo rurale. E ha aggiunto: “Da ottobre 2020, non abbiamo intercettato spedizioni illegali di cuccioli in Somaliland. Speriamo che questa tregua diventi permanente”.

Il progetto mira a costruire collaborazione tra le forze dell’ordine, a rafforzare i quadri legali e a creare reti regionali tra Etiopia, Somaliland, Somalia e Yemen. Le quattro nazioni sono state identificate da Ccf come Paesi di origine e di transito del commercio illegale di cuccioli di ghepardo.

L’obiettivo finale è ridurre il bracconaggio e il commercio illegale di cuccioli di ghepardo, il corso di formazione mira anche ad ampliare la conoscenza delle leggi ambientali e di conservazione della fauna selvatica del Somaliland e a insegnare come gestire correttamente i cuccioli confiscati e come svolgere indagini criminali efficienti che coinvolgono la fauna selvatica.

I cuccioli di ghepardo nel Corno d’Africa vengono spesso catturati dagli agricoltori come rappresaglia per la predazione del bestiame da parte dei ghepardi adulti. A volte i cuccioli vengono venduti e i proventi sono considerati risarcimento per capre e pecore smarrite. Molti cuccioli vengono però prelevati da trafficanti professionisti che riforniscono poi i mercati illegali di animali domestici nella penisola araba.

Gli ambientalisti stimano che tre su quattro cuccioli trafficati dai bracconieri muoiono entro due anni a causa di malnutrizione, disidratazione e malattie. “L’applicazione coerente delle leggi sulla fauna selvatica è uno dei nostri obiettivi”, ha affermato il direttore di Legal Atlas James Wingard. (AGI)

(foto di apertura: Alberto Ghizzi Panizza/Biophoto/Luz)

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