Somalia: elezioni, spostata al 31 marzo la scadenza del voto

di claudia

La Somalia ha nuovamente posticipato la scadenza per il completamento del processo elettorale. Il ritardo è stato annunciato dal comitato elettorale che ha prolungato al 31 marzo la data di chiusura definitiva delle urne, procrastinando ulteriormente la crisi politica in un Paese che sta affrontando anche la siccità e l’insurrezione di al-Shabaab, milizia jihadista legata ad al-Qaeda.

Dopo innumerevoli ritardi e scadenze mancate, le elezioni della Camera bassa avrebbero dovuto concludersi il 15 marzo. Ma solo tre dei cinque Stati della Somalia hanno designato i propri rappresentanti entro la scadenza. Almeno 39 dei 275 seggi sono vacanti negli Stati di Hirshabelle, Jubaland e Puntland.

La Commissione elettorale ha affermato che i deputati saranno eletti entro la fine del mese e che “i risultati finali ufficiali” delle votazioni della Camera bassa e alta saranno stati annunciati il ​​31 marzo. Tutti i rappresentanti eletti dovranno prestato giuramento a Mogadiscio il 14 aprile, ha affermato il comitato elettorale nel suo ultimo calendario.

Si allungano così le operazioni di voto che avrebbero dovuto completarsi prima del febbraio 2021 ma si sono protratte per mesi. Deputati e senatori avrebbero dovuto essere eletti prima delle presidenziali. Ma così non è stato. Le legislative si sono prolungate e, con esse, le presidenziali. Una volta eletti, i deputati e i senatori, in seduta comune, dovranno, a loro volta, eleggere il presidente della Repubblica. A ostacolare il processo elettorale sono state le lotte intestine politiche.

Il presidente in carica, Mohamed Abdullahi Mohamed, meglio conosciuto come Farmaajo, ha cercato di estendere il suo governo per decreto, ma ha dovuto affrontare proteste e una violenta opposizione a Mogadiscio, dove le fazioni politiche rivali hanno combattuto per le strade. Ha così nominato il primo ministro, Mohamed Hussein Roble, che è stato incaricato di trovare un consenso su una road-map. Il percorso elettorale è però stato complicato anche dai cattivi rapporti tra il presidente e il premier.

Il principale sostenitore straniero della Somalia, gli Stati Uniti, ha imposto sanzioni di viaggio a figure politiche chiave per “azioni ostruzionistiche” e ha espresso disappunto per il mancato rispetto dell’ultima scadenza. La comunità internazionale ha avvertito che l’impasse elettorale distrae dagli altri problemi urgenti della Somalia, in particolare dalla peggiore siccità degli ultimi decenni e da un’insurrezione persistente e violenta condotta da al-Shabaab.

Da più di cinquant’anni, la Somalia non tiene elezioni dirette. Il processo in corso al momento segue un complesso modello indiretto, in base al quale i deputati e i senatori sono scelti da grandi elettori designati dai clan. 

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