Rd Congo: oro «trasparente», si può fare

di Enrico Casale
minatori in ituri

«L’oro giusto», si chiama così il progetto che da due anni l’Ong Partnership Africa Canada sta portando avanti nella Provincia dell’Ituri della Repubblica Democratica del Congo. L’obiettivo è  favorire l’estrazione e l’esportazione di oro sottraendolo allo sfruttamento sia delle milizie locali sia dei Paesi confinanti (in particolare Ruanda, Uganda e Burundi). E, in questo modo, evitare che vengano violati i diritti umani dei congolesi.

L’Ong ha creato una filiera trasparente nella quale si conoscono tutti gli attori: i minatori, i mediatori, la destinazione. Per prima cosa, i tecnici dell’organizzazione canadese si sono recati nell’Ituri e hanno iniziato una fitta collaborazione con i minatori locali. Hanno insegnato loro come sfruttare al meglio gli abbondanti filoni del prezioso metallo giallo, aumentando così la quantità di minerale estratto ogni giorno. Poi, hanno preso contatto con i mediatori, anello importantissimo della filiera. Hanno chiesto loro di non dirottare l’oro, in modo illegale, verso i Paesi stranieri, ma di venderlo all’interno del Paese.

Il nodo principale era il prezzo. Solitamente a farlo (spesso in modo truffaldino) sono gli stessi mediatori che ingannano i minatori pagandoli molto meno di quanto loro spetterebbe. L’Ong ha invece assicurato che ai minatori di Ituri fosse applicato un prezzo equo. Come? Lo spiega Joanne Lebert, un membro dell’organizzazione: «Abbiamo introdotto un modo per determinare il prezzo che è molto più trasparente. Con i telefoni ci mettiamo in contatto con agenti di Borsa negli Stati Uniti che si comunicano la quotazione giornaliera. In base ad essa, attraverso calcoli trasparenti, fissiamo il prezzo quotidiano. Cerchiamo anche di evitare le truffe. La più comune è quella di ricavare piccole scagli di oro da  monete dell’epoca di Mobutu. Non è oro puro e un esperto lo nota subito. Abbiamo così cercato di scoraggiare questa pratica usata per ingannare i commercianti e altri. Minatori e intermediari hanno iniziato a fidarsi di noi e, così, il progetto ha preso piede».

Anche le autorità hanno dato il loro assenso. Attraverso questo sistema trasparente è più facile applicare le imposte statali che non vengono così evase, come capita spesso se i minatori sono illegali. Non solo, ma il commercio rimane all’interno del Paese. Si evitano le esportazioni illegali verso i Paesi vicini e la ricchezza congolese non prende quindi altre strade.

Tra le decine di migliaia di minatori artigianali nella provincia di Ituri, 605 hanno già aderito al progetto. Dal 2015 hanno estratto 9 kg di metallo giallo e venduto 96% dell’oro da circuito legale.

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