Il Ghana ha perso circa 11,4 miliardi di dollari di entrate derivanti dall’oro a causa del diffuso contrabbando nel settore minerario artigianale, con gran parte dell’oro illegale che finirebbe negli Emirati Arabi Uniti (Uae). Lo rivela un rapporto pubblicato da Swissaid e diffuso la scorsa settimana.
Il documento evidenzia un divario commerciale di 229 tonnellate tra le esportazioni di oro dichiarate ufficialmente dal Ghana e le importazioni segnalate dai partner commerciali negli ultimi cinque anni. La maggior parte di questa discrepanza indicherebbe Dubai come principale destinazione dell’oro di contrabbando. “Questa è solo la punta dell’iceberg”, ha dichiarato all’agenzia Reuters Ulf Laessing, responsabile del programma Sahel presso la fondazione tedesca Konrad Adenauer.
L’indagine di Swissaid ha inoltre rivelato che l’oro viene spesso contrabbandato dal Ghana attraverso il Togo prima di raggiungere Dubai, mentre altre rotte passano per Burkina Faso e Mali, sfruttando la permeabilità dei confini dell’Africa occidentale.
Il rapporto critica anche la ritenuta d’acconto del 3% sulle esportazioni di oro artigianale, introdotta nel 2019 e abolita nel marzo 2025. Secondo Swissaid, questa imposta si è rivelata controproducente, provocando un crollo delle esportazioni formali e un’impennata del contrabbando. Sebbene l’aliquota fosse stata ridotta all’1,5% nel 2022, gli analisti sostengono che le riforme non siano state sufficienti a frenare il fenomeno: Swissaid stima che nel 2023 siano state prodotte clandestinamente 34 tonnellate di oro, pari all’intera produzione artigianale ufficiale del Ghana nello stesso anno.
Sebbene il Paese abbia registrato entrate per 11,6 miliardi di dollari dall’oro nel 2024, gli esperti avvertono che il sistema resta strutturalmente vulnerabile. “Il nuovo governo ha mostrato una certa volontà di risolvere alcuni problemi di governance che affliggono da anni il settore aurifero, ma il suo ritmo è stato piuttosto lento”, ha dichiarato Bright Simons, del think tank Imani Center for Policy and Education di Accra.
Il caso del Ghana riflette una tendenza più ampia in Africa: i Paesi esportatori di oro dichiarano regolarmente cifre inferiori alla realtà. L’attività mineraria informale rappresenta una fonte vitale di reddito per oltre 10 milioni di persone nell’Africa subsahariana, ma i suoi crescenti legami con la criminalità organizzata e i conflitti stanno intensificando le richieste di regolamentazione.