Progressi dell’Africa nell’e-government, spiccano sedici Paesi

di claudia
Africa Tech Summit: l’innovazione africana in scena a Kigali

di Céline Camoin

Sono 16 i Paesi africani che hanno fatto registrare progressi significativi nella diffusione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic/Ict) nella pubblica amministrazione. Lo rivela il Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite in un rapporto intitolato “E-Government Survey 2022, The Future of Digital Government”.

Nella classifica 2022 notiamo un cambio ai vertici: il Sudafrica arriva in prima posizione al posto di Mauritius, che passa secondo, seguito dalle Seychelles. Tra i sedici paesi campioni del 2022, troviamo sei nazioni dell’Africa meridionale, i quattro paesi del Nord Africa, tre Paesi dell’Africa occidentale, due Paesi dell’Africa orientale e un Paese dell’Africa centrale, riferisce l’agenzia Ecofin che ha analizzato il documento.

I Paesi designati come campioni africani dell’e-government sono quelli con un indice di sviluppo delle infrastrutture di telecomunicazioni, del capitale umano e servizi online al di sopra della media continentale che è di 0,4054 punti su 1,0000 e vicina alla media mondiale che è di 0,6102.

Il 2020 sembra essere stato un anno cruciale con il Covid-19 che ha ulteriormente stimolato la trasformazione digitale di diversi governi. Nel 2016, solo cinque Paesi avevano un alto livello di preparazione. Ventisei Paesi erano ancora tra le nazioni meno avanzate al mondo nell’e-government. Il rapporto annovera trentatré Paesi con un livello medio di e-government. Solo sei Paesi mostrano ancora scarsi risultati: Repubblica Centrafricana, Ciad, Sud Sudan, Eritrea, Niger e Somalia.

I principali servizi digitali che la maggior parte dei Paesi africani – e non solo – hanno adottato ruotano attorno allo stato civile, alle imprese, alle operazioni fiscali. Le Nazioni Unite riferiscono che in Africa il 61% dei paesi offre in media 12 servizi online. Per la prima volta, cinque Paesi (Nigeria, Ruanda, Angola, Egitto e Sud Africa) offrono 20-21 servizi pubblici online. Sono alla pari con 25 Paesi in Europa, 22 in Asia, 9 in America e 2 in Oceania.

Nonostante i numerosi progressi compiuti dai paesi africani nell’e-government negli ultimi due decenni, le Nazioni Unite si rammaricano di non aver posto più enfasi sull’inclusione. “Poiché i governi continuano a passare dalle modalità tradizionali a quelle digitali di fornitura dei servizi pubblici, è probabile che i servizi elettronici che non sono progettati per facilitare l’inclusione siano sottoutilizzati dai gruppi vulnerabili. Anche prima della pandemia di Covid-19, le crescenti disuguaglianze socioeconomiche erano esacerbate dai divari digitali; la digitalizzazione accelerata del settore pubblico avvenuta in risposta alla recente crisi sanitaria globale ha semplicemente amplificato questa tendenza”, lamentano le Nazioni Unite.

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