Polisario, no al sostegno di Trump al Marocco

di Enrico Casale
soldati del polisario

«Una pericolosa battuta d’arresto», così esponenti del Fronte Polisario hanno definito la decisione degli Stati Uniti di riconoscere l’occupazione de facto del Sahara occidentale da parte del Marocco.

«La sovranità sul Sahara occidentale è una decisione che dovrebbe essere presa esclusivamente dal popolo saharawi attraverso un referendum che sancisca la sua volontà – ha detto il portavoce Oubi Bouchraya Bachi -. La decisione non appartiene agli Stati Uniti o a qualsiasi altra potenza».

Il Sahara occidentale è stato annesso al Marocco nel 1975 dopo il ritiro della Spagna, ex potenza coloniale. All’occupazione marocchina è seguita un’insurrezione durata 16 anni che si è conclusa con una tregua mediata dall’Onu nel 1991 e la promessa di un referendum sull’indipendenza. Ma il voto non si è mai tenuto.

Il Fronte Polisario è un gruppo nazionalista sostenuto dall’Algeria che ha cercato di creare uno Stato indipendente (rivendicazione riconosciuta e sostenuta dall’Unione africana).

L’annuncio del presidente Donald Trump arriva settimane dopo la ripresa delle ostilità tra le forze marocchine e del Polisario, interrompendo quasi tre decenni di cessate il fuoco. Il riconoscimento delle rivendicazioni marocchine fa parte di una più ampia intesa tra Stati Uniti e Marocco che vede comprende anche il riconoscimento di Israele da parte del governo di Rabat.

«Abbiamo denunciato che sovrapporre le dinamiche del Medio Oriente in Nord Africa genererà molta instabilità – ha detto Bachi del patto Usa-Marocco -. Siamo molto fiduciosi che la nuova amministrazione [degli Stati Uniti] si comporterà in modo diverso».

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