Più di 1.200 famiglie sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni nella città di Bahri, nello Stato di Khartoum, a seguito delle inondazioni che hanno colpito la zona. Lo ha reso noto l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) che in un comunicato ha precisato che le acque hanno distrutto cinque case e danneggiato parzialmente la maggior parte delle abitazioni del quartiere. Molte famiglie hanno lasciato l’area per precauzione, temendo nuove piene, mentre gli sfollati hanno trovato rifugio presso le comunità locali vicine.
Negli ultimi giorni diverse regioni del Paese sono state colpite da inondazioni dovute all’innalzamento del livello del Nilo e dei suoi affluenti, il Nilo Bianco — che nasce dal lago Vittoria — e il Nilo Azzurro, proveniente dagli altipiani etiopici. Secondo le statistiche ufficiali, oltre 125.000 persone sono state colpite dalle piogge e dalle inondazioni dal 30 giugno.
Il Sudan è soggetto ogni anno, tra giugno e ottobre, a forti precipitazioni che coincidono con la stagione delle piogge e provocano regolarmente gravi alluvioni. Questi nuovi episodi si aggiungono a una crisi umanitaria già devastante: dal mese di aprile 2023 il Paese è teatro di una guerra tra l’esercito regolare e le Forze di supporto rapido (Rsf), un conflitto che ha causato migliaia di morti e milioni di sfollati.



