Marocco, timori per la libertà e autonomia di stampa

di claudia
giornalismo

L’organizzazione reporter senza frontiere (Rsf) teme per l’autonomia dell’organismo di autoregolamentazione dei giornalisti in Marocco. In un comunicato, Rsf sostiene che le autorità vogliono rafforzare il loro controllo sul settore dei media, attraverso un Ddl recentemente approvato dal governo. Il disegno di legge deve ancora essere approvato dal parlamento. La data dell’esame non è stata ancora fissata.

“Il Consiglio nazionale della stampa è un organismo di autoregolamentazione creato ai sensi della Costituzione del 2011. La sua istituzione ha consentito di abolire la supervisione del governo sul settore dei media. Il mandato di questo organo è scaduto nell’ottobre 2022. Invece di organizzare nuove elezioni, come previsto dallo statuto del Consiglio, le autorità hanno deciso di prorogarne il mandato”, spiega Rsf. Questa decisione doveva essere una “soluzione eccezionale e temporanea” con il pretesto che “la particolare situazione” non permetteva l’elezione dei suoi nuovi membri. Tuttavia, a più di sei mesi da questo provvedimento, che doveva essere solo transitorio, il disegno di legge presentato dal governo di Aziz Akhanouch prevede ora di trasferire le prerogative del consiglio a una commissione temporanea in cui sono mantenuti i vertici del consiglio.

Per gli osservatori, questa “decisione inspiegabile” è segno di una chiara volontà da parte dell’esecutivo di controllare i media e porre fine all’autoregolamentazione del settore. “Si tratta chiaramente, secondo loro, di un passo indietro che mette in discussione lo scopo stesso di questo Consiglio della stampa, ovvero un’autorganizzazione responsabile di un’autoregolamentazione della professione”.

Secondo Khaled Drareni, rappresentante di Rsf per il Nord Africa, “la sostituzione del Consiglio nazionale della stampa, senza passare attraverso le elezioni previste dalla legge, è un altro atto commesso contro la libertà di stampa in Marocco. La messa in discussione dell’esistenza di questo consiglio, che avviene in un contesto repressivo, illustrato dall’ingiusta e ingiustificata detenzione dei giornalisti Omar Radi, Soulaiman Raissouni e Taoufik Bouachrine, è preoccupante sotto più di un aspetto”.

Tra le prerogative previste della nuova commissione temporanea c’è la revisione dei testi che disciplinano l’attività di stampa con in particolare il blocco dell’accesso alla professione condizionando la creazione di un media al versamento di una cauzione pari a 100.000 euro.

La federazione marocchina degli editori di giornali e l’Associazione marocchina di stampa, informazione e comunicazione criticano “un progetto anticostituzionale”, che segna “un grave declino dell’indipendenza della stampa” a causa dell’ingerenza del potere esecutivo.

Secondo Rsf, molti partiti politici del Paese denunciano con forza la decisione del governo. Il Partito Giustizia e Sviluppo (opposizione) la vede come una “nuova fase di regressione, che mette in discussione le principali conquiste democratiche. Per il presidente del gruppo Progresso e socialismo alla camera bassa del parlamento, questo provvedimento è antidemocratico. “Un progetto di aggiramento del governo che uccide la stampa libera, indipendente, responsabile ed efficace”, ha lamentato il deputato Rachid Hamouni in una dichiarazione. Per il giornalista del settimanale AlAyam24, Karim Boukhessas, questa nuova decisione suona come un “abbattimento dell’autoregolamentazione del settore della stampa in Marocco”. 

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