Libia – Le forze anti-Sarraj arretrano

di Enrico Casale
la battaglia di sirte contro l'isis

Dopo nove giorni di combattimenti, la battaglia che sta assediando Tripoli, la capitale libica, sta arrivando a un punto di svolta.  Le forze della Settima brigata di Tarhuna, che avevano attaccato le milizie legate al presidente al-Sarraj, si sono ritirate verso le zone di Qasr Bin Ghashir e Wadi al Rabia, lasciando quindi le zone di al Khala, al Karimia e Ain Zara davanti all’avanzata delle Forze di deterrenza (Rada) che fanno capo al governo di Accordo nazionale libico.

Le Rada hanno diramato un video nel quale mostrano la loro avanzata nella zona di al Khala e a Wadi al Rabia, sempre nella parte sud della capitale. Dopo la proclamazione dello stato d’emergenza, sono giunte a Tripoli le forze di al Bunian al Marsus provenienti da Misurata, chiamate a mettere in sicurezza la capitale e a fermare ogni altro conflitto armato in città.

I combattimenti hanno costretto 1800 famiglie a lasciare le proprie case  per rifugiarsi in aree più sicure. Molti altri civili, circa il 30% dei residenti nelle zone di combattimento, hanno deciso di rimanere nelle proprie abitazioni, temendo rapine e atti di contro le proprietà. Ambulanze e soccorritori sono stati presi di mira da colpi di arma da fuoco.

Intanto l’Eni, la società di idrocarburi italiana (presente dagli anni Cinquanta in Libia), conferma che allo stato attuale «non c’è personale espatriato presente a Tripoli e che le attività nel paese al momento procedono regolarmente». È quanto si apprende da un portavoce della compagnia.

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