Libia – Isis attacca i depositi petroliferi di Ras Lanuf: un disastro ambientale

di Enrico Casale
ras lanuf, cisterne in fiamme

La situazione a Ras Lanuf è «castastrofica, dal punto di vista ambientale» dopo i nuovi attacchi messi a segno dallo Stato islamico (Isis) contro i depositi petroliferi andati in fiamme. È quanto ha detto la Compagnia nazionale per il petrolio libica (Noc), riferendo di scontri in atto dall’alba nella zona di Ras Lanuf, circa 650 chilometri a Est di Tripoli.
«I depositi pieni di greggio hanno preso fuoco […] diverse torri elettriche e linee di alta tensione che alimentano i quartieri residenziali e la zona industriale» sono crollate, ha aggiunto in un comunicato.
L’agenzia di stampa libica ha reso noto che «un gruppo affiliato all’Isis ha preso di mira un deposito appartenente alla compagnia Harouge, che ha preso fuoco ed è esploso. I depositi di Harouge (ex Veba Oil) sono situati a 9 chilometri dal porto di Ras Lanouf, nell’entroterra: sono tre i principali oleodotti che alimentano i 13 depositi per una capacità di 6,5 milioni di barili, secondo il sito web della società.
L’Isis aveva già attaccato gli impianti petroliferi di Ras Lanuf e della vicina località di Sidra all’inizio del mese. Su Twitter, l’inviato dell’Onu per la Libia, Martin Kobler, ha scritto oggi: «Ancora una volta le risorse della Libia sono state attaccate dai terroristi a Ras Lanuf. Il processo politico deve con urgenza stare al passo con gli sviluppi militari». Due giorni fa è stato infatti presentato il governo di unità nazionale, nato dall’accordo Onu firmato lo scorso dicembre, che deve ora essere approvato dal parlamento di Tobruk. Primo compito del nuovo esecutivo sarà quello di garantire la sicurezza e arginare l’avanzata dei jihadisti.
(21/01/2016 Fonte: Askanews)

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