Le percussioni sono orfane: ci ha lasciato il grande Guem

di Stefania Ragusa

“Le percussioni sono orfane”, scrive il quotidiano El Watan nel riferire la scomparsa di Guem, “l’artista dalle mani d’oro”, spentosi a Parigi all’età di 73 anni. “Abdelmadjid Guemguem, algerino di Batna, lascia un’eredità considerevole e un’impronta indelebile sia nelle percussioni che nella danza”, sottolinea il giornale rendendo omaggio all’artista, che da giovane si era lanciato in una carriera da calciatore, prima di imbarcarsi nell’avventura della musica. “Discendente di schiavi nigerini condotti nel secolo scorso nel sud dell’Algeria, Guem è stato immerso sin dalla tenera età nel mondo delle percussioni grazie alla forte tradizione familiare”, indica la sua biografia presso il Centre des Arts di Parigi, dove Guem insegnava.

Lanciato dall’American Center di Parigi, Guem ha consolidato la sua arte accompagnando jazzisti come Steve Lacy, Michel Portal e Colette Magny. Nel 1973 ha pubblicato il suo primo album dal titolo “African Percussions”, e cinque anni dopo ha raggiunto la notorietà con “Zaka”, il suo secondo album che ha prodotto con i suoi studenti presso l’American Cultural Center.

Conga, djembe, darbuka, tamburi, nessun strumento a percussione aveva segreti per Guem. Alla fine di mezzo secolo di carriera, Guem lascia in eredità una trentina di album e un brano, “Il serpente”, reso universale dal popolare programma “ça se discute”, in onda sul canale pubblico France2. Soprannominato “l’uomo dalle mani d’oro”, Guem è diventato un punto di riferimento nel mondo molto esclusivo del jazz e della musica tradizionale africana.

Gli algerini hanno scoperto tardi, grazie al festival Dimajazz, il talento di Guem. Nel 2005, il percussionista ha aperto la terza edizione del Constantine Jazz Festival e ha ricevuto gli onori del pubblico conquistato dalla magia del figlio prodigio. Ad Algeri, è tornato nel 2013 per il Festival del libro e della letteratura per giovani (Feliv).

Tra melodia e ritmi, forza e dolcezza, spiritualismo e passione, Guem si è esibito in numerosi concerti in tutto il mondo e ha insegnato danza e percussioni, con l’obiettivo di “offrire alle percussioni un vero posto melodico nell’universo musicale”. Il suo corso di percussioni orientali faceva lavorare gli studenti sul darbuka: di origine egizia, questo strumento tradizionale risale al 1100 aC, periodo dell’antichità babilonese; è diffuso in tutto il mondo orientale, dal Maghreb al Medio Oriente. Indispensabile per accompagnare la danza orientale, la darbuka, suonata con la punta delle dita, sprigiona ritmi complessi. Specialista di percussioni africane, Guem insegnava sul djembe o sul doum doum.

Secondo alcuni media, il regista algerino Hamid Benamra gli ha dedicato un film dal titolo “L’uomo dalle mille mani”, la cui uscita è prevista per la fine del 2021.

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