Kivu, il 2020 finisce con un’altra strage

di Enrico Casale
rd congo

Il 2020 è stato caratterizzato da continui attacchi contro le popolazioni civili nel Nord Kivu (Rd Congo). Il Centro studi per la promozione della pace, della democrazia e dei diritti umani, un’organizzazione della società civile locale, ha contato 1.135 civili uccisi nel solo territorio di Beni tra l’inizio di dicembre 2019 e la fine di novembre 2020. e anche a dicembre sono continuati gli attacchi. L’anno si è concluso con un altro attacco sanguinoso. Secondo le autorità di polizia sono state uccise almeno 17 persone, anche se la società civile ne ha contate almeno 22. Gli autori potrebbero essere i miliziani di Adf, un gruppo che si ispira al jihadismo e imperversa da anni nella zona.

Secondo le prime ricostruzioni, giovedì mattina alle 9 uomini armati sono arrivati a Tingwe. Per circa tre ore hanno seminato morte nei campi che circondano il villaggio e quello vicino di Kamungu. Molti contadini sono stati massacrati e decapitati a colpi di machete.

Alcuni sono riusciti a scappare, come Jules, contattato dal corrispondente swahili di Rfi: «Stavo tornando dal mio campo a Tingwe quando mi sono imbattuto in questi assassini. Ovviamente sono scappato! Indossavano abiti militari, ma senza alcuna insegna. Mi hanno inseguito. I miei figli erano con la nonna. Loro sono riusciti a fuggire, ma la nonna è stata catturata. Dopo l’attacco, abbiamo contato una ventina di corpi, compreso quello della nonna. Tutti i contadini di ritorno dai campi sono stati attaccati».

Allertati dai sopravvissuti, nel pomeriggio sono arrivati ​​sul posto i soldati delle forze armate. Per le autorità locali, non c’è dubbio che gli aggressori appartengano alle Adf. Tuttavia, secondo un funzionario della società civile, le operazioni erano in gran parte diminuite negli ultimi tempi.

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