Etiopia, le condizioni dei tigrini per aprire colloqui di pace

di claudia
Debretsion Gebremichael

Il Tigray deve poter esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione, come previsto dalla Costituzione federale etiope. È questa la condizione posta dal Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) per avviare colloqui di pace con il governo di Addis Abeba. Lo ha affermato Debretsion Gebremichael, il leader del Tplf, in un discorso tenuto alla televisione di Macallè. “Il tempo stringe – ha detto il leader tigrino -. Non possiamo rimanere sotto assedio per sempre, ma le richieste fondamentali del popolo del Tigray non sono negoziabili”.

Il Tplf chiederà inoltre che le forze di difesa del Tigray rimangano intatte, mantengano le proprie armi e non siano ridotte a una forza di polizia e che il Tigray mantenga i confini regionali stabiliti dalla Costituzione etiope. “L’esercito eritreo deve ritirarsi da tutto il Tigray, non solo dalle aree occidentali occupate all’inizio della guerra – ha affermato il leader tigrino -. Il futuro del Tigray sarà deciso dai tigrini attraverso un referendum come garantito dalla Costituzione etiope”.

Ha poi concluso: “Il blocco del Tigray deve essere revocato e tutti i responsabili del genocidio contro i tigrini devono essere catturati e sottoposti a giudizio”. 

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