Etiopia: allarme sanità nella regione Somali

di Valentina Milani

Le comunità della regione etiope Somali si sono riunite per condurre una campagna volta a ottenere sostegni al sistema sanitario della regione. Lo si apprende da un comunicato di Save the Children che richiama l’attenzione sulla situazione di crisi in corso nella regione del Somali.

Come si apprende dalla nota, la regione è intrappolata in un ciclo di carestie, siccità e conflitti che portano allo sfollamento dei bambini e delle loro comunità. Le famiglie in movimento perdono l’accesso al cibo, all’acqua e alla sicurezza, in una regione con una delle più basse coperture di immunizzazione e i più alti tassi di malnutrizione del Paese. Nella regione Somali – avverte Save the Children – meno di un bambino su cinque riceve tutte le vaccinazioni di base e più di un bambino su quattro soffre di un certo grado di deperimento a causa della malnutrizione.

In questo contesto, l’organizzazione sottolinea che i servizi sanitari nella regione sono a malapena in grado di far fronte alle esigenze delle comunità stanziali e non sono in grado di affrontare le ulteriori esigenze delle comunità sfollate o nomadi.

Secondo Save the Children anche le cattive condizioni delle strade e le deboli infrastrutture rendono la regione Somali un luogo difficile in cui vivere e lavorare. Di conseguenza, la regione non attrae operatori sanitari formati e soffre di una grave carenza di medici, infermieri e ostetriche.

Nella zona – viene precisato nel comunicato – si conta un numero limitato di strutture sanitarie a livello di assistenza di base che sono spesso a corto di vaccini e medicinali. La popolazione a volte paga circa 2000-3000 birr (47-70 dollari) per il trasporto pubblico per raggiungere le strutture sanitarie in caso di emergenza. Le madri spesso camminano per molte ore con i loro bambini per farli vaccinare e sono spesso deluse di non trovarne disponibili. Un problema esacerbato dalla mancanza di elettricità e di carburante per refrigerare e trasportare i vaccini.

Lo stato delle strutture sanitarie nella regione somala è un riflesso dei finanziamenti limitati secondo Save the Children che sottolinea che “finché il governo non coinvolgerà le persone nei suoi processi di pianificazione e non si impegnerà a stanziare più risorse per la salute, è improbabile che la situazione nella regione cambi”.

Per comprendere appieno la portata del problema delle risorse e costruire una base per i miglioramenti, l’organizzazione ha condotto un’analisi di bilancio che ha mostrato come i bisogni dei gruppi più vulnerabili – donne e bambini – sono stati ampiamente ignorati nei piani sanitari. È emerso anche che il bilancio sanitario dello Stato non prevedeva alcuna disposizione per le numerose comunità nomadi e sfollate sparse nella regione, che finivano per cadere tra le crepe dei piani sanitari.

L’organizzazione ha quindi deciso di condividere i risultati della ricerca con i partner, i funzionari e le comunità locali, utilizzando documenti politici, comunicati stampa, trasmissioni radiofoniche e televisive per attirare l’attenzione sulla situazione. La comunità si è quindi unita alla campagna per chiedere un aumento del bilancio sanitario.

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