Egitto – Il 6 agosto inaugurato il nuovo Canale di Suez

di Enrico Casale
canale di suez

Ruspe e camion scavano e portano via sabbia dai fianchi delle colline, e ne hanno già prelevati 210 milioni di tonnellate rispetto ai 250 milioni totali previsti entro il 15 luglio. Più in basso rimorchiatori grandi e piccoli prestati dalle marine di vari Paesi, scarrozzano per spingere chiatte o si affiancano a draghe gigantesche.
Con lo sfondo di questa colossale scenografia oggi oltre 200 giornalisti e operatori egiziani e stranieri hanno vissuto un’emozione davvero singolare: navigare a bordo di tre rimorchiatori d’altura nel nuovo Canale di Suez. Cominciata il 6 agosto 2014, per volere del presidente Abdel Fattah al Sisi, eletto pochi mesi prima, l’impresa di raddoppiare la via d’acqua per 72 chilometri è nella sua fase finale. «In 10 mesi abbiamo realizzato l’80% dei lavori, anziché in tre anni, e poi il 6 agosto tutto sarà pronto per offrire al mondo questo spettacolo». Parla con orgoglio il presidente e direttore esecutivo dell’Autorità del Canale di Suez, ammiraglio Mohab Mumish, l’autorità che da decenni gestisce la maggior risorsa di valuta estera per l’Egitto.
L’alto funzionario illustra sia pure con alcune riserve (non dice il costo totale, non precisa l’origine dei finanziamenti) i lavori compiuti nella cerimonia con la quale il 6 agosto al Sisi mostrerà a capi di Stato e capi di Governo invitati da tutto il mondo «quello di cui sono capaci gli egiziani». Il leit motiv nazionalistico pervade il discorso dell’ammiraglio: non è solo una coincidenza che un alto ufficiale di marina vanti la realizzazione voluta da un generale dell’esercito ora massima autorità civile del Paese. E diventa evidente sopratutto quando Mumish dichiara che «25 mila egiziani hanno lavorato e lavorano giorno e notte, con le loro mani e con il loro sangue per raggiungere l’obiettivo di fare al mondo questa grande regalo». Già, sottolinea Mumish, il nuovo Canale non è solo per l’Egitto. Si prevede infatti che faccia salire gli incassi dei moli dai 5,3 miliardi di dollari attuali ai 17,2 nel 2023, portando però vantaggi ai trasporti mondiali.
Così come fece quasi 150 anni fa l’opera colossale studiata da Ferdinando Lesseps e realizzata da Alberto Negrelli nel 1869, quel Canale che unì Mediterraneo e Mar Rosso, evitando ai mercantili sin d’allora di dover circumnavigare l’Africa. Oggi il Canale di Suez è diventato ormai inadeguato, sia perché non vi possono transitare le gigantesche superpetroliere, sia perché i mercantili devono mettere in conto lunghe attese prima di poterlo percorrere. «Il 6 agosto, se sarete qui – conclude l’ammiraglio – vedrete incrociarsi nel nuovo Canale battelli che vengono da nord e petroliere da sud, per la prima volta nella storia». «Il regalo dell’Egitto al mondo» fu la definizione utilizzata dal presidente Sisi per annunciarlo il 6 agosto 2014.
(15/06/2015 Fonte: Ansamed)

Credit foto: Remigio Benni

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